Padre Enzo, il volto bello della Chiesa

Tristezza, lacrime, emozioni: immagini di un affetto mai visto, in questi giorni, a Padova, quasi catapultato dalla ferale notizia della morte improvvisa di Padre Enzo Poiana. L’avevo trovato bene e sereno, come sempre, il venerdì precedente, alla Casa San Antonio a mare di Bibione, scherzoso come sempre a tavola, per la colazione.Poi l’avevo incrociato proprio davanti a casa sua, la mattina dell’Assunta: un saluto fugace dall’automobile, lui doveva celebrare Messa a Corona, sarebbe stata l’ultima! Dicevo all’omelia della Messa di suffragio, celebrata la scorsa settimana a Corona, che indubbiamente per me parlare, ma anche scrivere queste righe, è particolarmente difficile. Eravamo entrati insieme in Seminario 42 anni fa, me lo ricordo bene: ambedue timorosi di bussare a quella porta del Rettore!  E Enzo, per tranquillizzare la situazione, disse:”dut’al plui ni manda a ciasa..”. Ma poi il rettore ci mise a nostro agio…era don Ennio Tuni…Ogni tanto ricordavamo le cose fatte assieme, se volete anche le corse in bicicletta di prima mattina dal Seminario di via Alviano fino a Mossa, per partecipare alle processioni delle Rogazioni…, un modo di sentirci sempre parte della gente…Poi Enzo uscì, lasciò il Seminario, ma io non lo mollai. Lo vedo ancora sul trattore nel campo e io lì a dirgli: “Enzo no l’è par te, no l’è il to puest!”.  E così, quando lavorava a Gorizia, ritornando a Corona e passando per casa mia, si fermava. La svolta gliela diede padre Bommarco che gli riaprì la via degli studi dicendogli: “La diocesi ha un debito con te”… E così gli riaprì pure la strada della vocazione! Ma avendo Enzo sperimentato, nel convento di Treviso, la bellezza della comunità, di questa si innamorò, aderendo alla vita francescana.In questi tristi giorni padovani, ho avuto modo di parlare con diversi frati che, nell’Ordine, hanno avuto anche posti di responsabilità. Tutti mi hanno detto che ha fatto cose grandi, specie come rettore del Santo. Il perché l’ha sottolineato nell’omelia esequiale il Padre Provinciale, fra’ Giovanni Voltan: perché p. Enzo aveva un cuore grande. Ma qualche frate, in confidenza, mi ha detto: reggere umanamente un così grande peso, girare il mondo, organizzare quello che nessuno prima aveva organizzato per Sant’Antonio, essere onnipresente per tre mandati, è sovraumano: il cuore non regge! Quante volte per l’amicizia che avevamo mi permettevo di dirgli: “Fermiti, polsa no sta fa cussì…” Ma pensandoci bene, questo è amare la missione, non essere ufficiali di una Ong, come direbbe Papa Francesco.Così Padre Enzo, quasi a inclusio, ha celebrato su quell’altare, nella sua Corona, la sua ultima Messa il giorno dell’Assunta, quasi a chiusura della sua “Prima Messa”. E mi è stato detto, da chi vi ha partecipato, che ha parlato solo del paradiso e del cielo; forse quel cielo nel cuore già lo pregustava, già pregustava la bellezza che l’opera che Dio ha fatto in Maria non poteva concludersi nella terra, ma nel mistero indicibile della sua Assunzione.Ho sempre ammirato la sua fede. Talvolta anche qualche suo confratello, così parlando, mi diceva: “Eh! Il Rettore ha fede!”. Mi stupiva sempre perché mi ricordava la stessa granitica fede del comune padre, fratello e amico, Padre Bommarco.Ma tra le tante cose viste e sentite in questi giorni tre le serberò nel cuore. La prima letta sul giornale che diceva così: “Enzo era il volto bello della Chiesa”; questo volto di Chiesa milioni di pellegrini e personalità – me l’ha confermato affranto, parlando con lui, il Sindaco di Padova in Basilica – l’hanno incontrato andando da sant’Antonio; hanno incontrato un vero figlio del Santo, il volto riflesso di Sant’Antonio. E non a caso nell’omelia di saluto il Padre Provinciale si è esposto in un forte parallelismo tra i due. Poi mi risuona ancora dentro il prezioso “passaggio” finale dell’Omelia del Provinciale che diceva così: “Il 15 agosto nella S. Messa al tuo paese, Corona di Mariano del Friuli, hai cantato la bellezza della Pasqua di Maria SS.ma nella sua Assunzione in cielo in corpo ed anima, hai salutato la mamma, sei tornato dai frati nella Casa “S. Antonio a mare” a Bibione. La Divina Provvidenza ha così disposto – con una regia delicata e discreta – di prepararti all’Incontro e di donarti, tutt’insieme, i tuoi amori: la casa e la famiglia ove sei nato, il fonte battesimale ove sei rinato come figlio di Dio, l’altare della prima di tante messe come sacerdote, la sempre invocata Beata Vergine Maria, il tuo S. Antonio, i tuoi frati, i volti di tanti amici”. E infine, la terza, un segno tanto eloquente per me. Mercoledì, per tutta la mattinata, gli sono stato vicino: era esposto ancora sulla barella della Croce Rossa, nella sala dei Vescovi al Santo. Ad un certo punto, ero da solo, entra un uomo sugli ottant’anni con due bastoni: dai vestiti si capiva che era un povero; faceva fatica a camminare ed è rimasto tanto tempo seduto; poi si è alzato, gli è andato vicino e gli ha detto: “Enzo grazie per la tua carità!”; lo ha baciato sulla fronte e lo ha salutato in friulano con un “mandi” dall’accento padovano. Ecco, mi sono detto, non abbiamo perso Enzo rettore, ma Enzo, uomo di carità.

Il tuo amico di sempre don Maurizio

La biografia

Padre Enzo Poiana era nato a Corona di Mariano del Friuli il 17 gennaio 1959.Il 2 ottobre 1983 è entrato nell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, dapprima a Treviso, quindi a Padova-Santo, dove ha compiuto l’anno di noviziato, emettendo la professione temporanea il 6 settembre 1986. Nel seminario maggiore S. Antonio Dottore di Padova-Via S. Massimo, ha completato il corso degli studi-filosofico-teologici.Dopo la professione perpetua, il 17 novembre 1990, venne ordinato sacerdote nella cattedrale di Gorizia il 7 dicembre 1991 dall’Arcivescovo P. Antonio Vitale Bommarco.Fu di famiglia nelle comunità di Roma-S. Marco Evangelista, dove esercitò le funzioni di viceparroco, e in seguito, dal 1997 al 2005, nel convento S. Francesco di Trieste, ricoprendo l’ufficio di parroco dell’omonima parrocchia. Nel 2005 fu nominato Rettore della Basilica di sant’Antonio e in seguito riconfermato, restando in questo incarico fino ad oggi.Più volte ha accompagnato le reliquie di S. Antonio nel mondo (India, Sri Lanka, Ukraina, Stati Uniti), suscitando sempre vasta eco di devozione.Durante il rettorato di padre Enzo, sono da ricordare l’importante restauro della Cappella dell’Arca e la successiva ostensione del Corpo di Sant’Antonio (febbraio 2010), che ha portato a Padova più di duecentomila pellegrini.Per il suo impegno pastorale è stato nominato Cappellano Conventuale ad honorem del Sovrano Militare Ordine di Malta, Gran Priorato di Lombardia e Venezia, il 5 giugno 2009. Inoltre, per le relazioni intraprese con la Chiesa Greco-Cattolica di Romania, ha ricevuto la Croce pettorale conferita dal Cardinale Lucian Muresan, Arcivescovo di Alba Iulia e Fagaras il 14 marzo 2013, e in seguito elevato alla dignità di Archimandrita.Le esequie sono state celebrate giovedì 18 agosto nella basilica del Santo a Padova. La salma di padre Enzo è stata tumulata nella tomba dei frati al cimitero di Padova-Arcella.