Offrire un significato attuale alla Parola che sta alla base della vita cristiana

Dallo scorso anno pastorale hanno preso vita (o, in alcuni casi, hanno ripreso con ancor più dinamicità) i Gruppi di ascolto della Parola di Dio: équipes per vivere insieme la Parola, comprenderne il significato profondo e vedere come questo rientri in ogni aspetto della nostra vita. All’apertura di un nuovo anno pastorale, abbiamo incontrato don Santi Grasso, responsabile diocesano dei Gruppi, e con lui abbiamo fatto una panoramica sul lavoro svolto in questi primi mesi e su quelli che saranno i prossimi passi.

Don Grasso, partiamo dalle “origini” di questo percorso: perché avviare i Gruppi della Parola e soprattutto da quale necessità sorgono?Il progetto è nato da un confronto con il nostro arcivescovo, il quale chiedeva di avviare dei programmi di tipo culturale, tanto per Gorizia, quanto per l’intera diocesi. L’idea da me presentata non era propriamente quella di un “centro culturale”, ma quella di implementare le comunità cristiane attraverso dei Gruppi di ascolto della Parola di Dio, per rinforzare in qualche modo una pastorale un po’ in difficoltà, soprattutto se basata su gesti rituali o atti di culto, sulla devozione. Quest’ultima è stata sicuramente molto importante nei tempi passati, ma ora non è appannaggio dei giovani; la domanda è quindi con che cosa va a sostituirsi, nel momento in cui non c’è più l’ambito della devozione? Quindi, un po’ sulla base del Concilio, un po’ sui discorsi e le richieste di papa Francesco, ecco emergere l’unica cosa che struttura la Chiesa: la Parola di Dio. Da qui il bisogno di costruire una forma di vita cristiana che su essa si basi.Abbiamo quindi avviato questo tipo di pastorale che trova fondamento in un’esperienza che già portavo avanti da una ventina d’anni con un gruppo di Rinascita Cristiana, adulti che regolarmente si incontra meditando e riflettendo sulla Parola di Dio. Sulla base di un’esperienza così prolungata e che ha avuto un buon esito nella formazione delle persone, siamo partiti con il percorso dei Gruppi della Parola, basato su riunioni dove si medita su un testo della Sacra Scrittura, inserito in un percorso tematico.La meditazione non deve prendere derive spiritualiste, né devozioniste ma deve essere di tipo esistenziale, ovvero in rapporto alla vita fondata sul rapporto con Dio. Rischiosa risulta soprattutto la lettura moralistica, ovvero rendere la Parola di Dio una sorta di manuale di comportamento, perché essa ha una funzione precipuamente educativa, facendo crescere dentro ognuno di noi una vita costruita e solida.

Come si strutturano i Gruppi?I Gruppi sono formazioni laicali, normalmente non sono retti da un sacerdote ma da un animatore, che non ha funzioni superiori ai membri del gruppo ma ha un ruolo coordinativo (indice l’incontro, stabilisce un orario, vede dove sia possibile svolgerlo, indica il testo biblico di riferimento); e di consolidamento del Gruppo stesso.Secondo il Concilio, la Parola di Dio è affidata a tutti e il cristiano deve rendere la Parola il contenuto della propria preghiera, della propria riflessione e del suo programma di vita. Questo dei Gruppi di Parola quindi è un progetto perfettamente in linea con quelli che sono gli auspici del Concilio.Nella Chiesa italiana quest’aspettativa è stata forse un po’ disatttesa: di Parola di Dio ce n’è tanta, ma come viene viene comunicata e resa comprensibile nelle prediche e nelle catechesi? I Gruppi della Parola rispondono proprio all’esigenza di offrire un significato attuale alla Parola che sta alla base della vita cristiana. Si dovrebbe forse lavorare maggiormente – su tutto il territorio nazionale a una pastorale di questo tipo non solo per “leggere” un testo, ma per renderlo vivo nella propria esistenza.

Com’è la partecipazione a questi Gruppi?In diocesi i Gruppi sono di due tipi: quelli che già esistevano e quelli di nuova formazione. Questi ultimi, avendo lavorato nel corso del primo anno solo per alcuni mesi, sono ancora in divenire e la frequenza ancora non si è stabilizzata. All’incontro di apertura, lo scorso 1 ottobre, svolto solo con gli animatori, ce n’erano circa un centinaio. Ciò fa presupporre che in diocesi l’interesse e la partecipazione siano davvero molto sentiti.

Guardando ai prossimi mesi, quali saranno le linee guida e come si svolgeranno le attività?Quest’anno il testo di riferimento per la riflessione sarà il Vangelo di Matteo, dal quale verranno scelti una quindicina di testi da sviluppare poi nel corso dell’anno pastorale.Una volta al mese gli animatori si incontreranno, verranno illustrati loro i brani scelti con un’analisi di tipo esegetico e biblico per trasmetterne il messaggio fondamentale.Tengo a precisare che l’animatore non deve fare il catechista ma ha la funzione di indirizzare il Gruppo al senso del testo; la formazione nasce proprio allo scopo di offrire gli strumenti utili per non scadere in letture devianti della scrittura. Ogni testo commentato ha poi una propria scheda, di cui tutti possono fruire, in modo tale che la meditazione non si soffermi solo su che cosa la Parola di Dio dice a ogni persona, ma sia innanzitutto una riflessione su cosa essa oggettivamente dice.Inoltre, l’intenzione del gruppo degli animatori è di andare oltre al “semplice” incontrarsi per conoscere i significati della Parola e così coordinare i singoli Gruppi; la volontà è quella di formare un gruppo pastorale forte, ovvero di creare un certo legame tra le persone in modo tale da sentirsi in maniera consapevole Gruppo diocesano di animazione per la Parola di Dio.