Luigi Tavano: storico e prete della Chiesa diocesana

Classe 1923, originario di Udine e goriziano a tutti gli effetti dopo il trasferimento della famiglia a Gorizia nel borgo S.Antonio, don Luigi Tavano ha concluso la sua lunga esistenza presso la Comunità sacerdotale a Gorizia dove era ospitato dall’inizio degli anni ’80. Una lunga vita con numerosi incarichi e servizi. A Gorizia ha frequentato le scuole elementari e, successivamente ha frequentato il seminario minore e quello maggiore; il 28 giugno 1946, insieme ad un foto gruppo di sacerdoti del goriziano (italiani, sloveni, friulani, dalmati) è stato ordinato sacerdote nella chiesa del S.Cuore. Cappellano nel 1946 a S.Ignazio, è stato insegnante alle scuole superiori cittadine e segretario dell’ufficio catechistico (1948-66); ha seguito i gruppi studenteschi fino al 1966 come responsabile; catechista a Bolzano (1966-81), e’ ritornato in diocesi all’inizio degli anni ottanta diventando responsabile del Centro documentazione per la storia diocesana e vicedirettore della biblioteca del Seminario teologico. Dopo la costituzione dell’Istituto di storia sociale e religiosa, don Luigi è diventato l’anima ed il principale protagonista collaborando con i presidenti e collaboratori e dando vita ad una intensissima attività dell’Istituto costituitosi appunto nel 1984 grazie all’intervento di alcuni altri enti (quali la Biblioteca, il centro studi Rizzatti, Iniziativa Isontina, Voce Isontina e l’Istituto per gli incontri mitteleuropei). In trentacinque anni di attività dell’Istituto don Luigi ha legato il suo nome alle stagioni di incontri; alla pubblicazione di libri, di convegni si studio e di ricerche incentrate sulla storia del movimento cattolico e sulle altre dimensioni della vicenda religiosa e sociale.In particolare alla sua passione di studioso ed alle sue ricerche si deve la pubblicazione della storia della diocesi goriziana (fondata nel 1752 con la soppressione del Patriarcato di Aquileia.).Un testo che raccoglie insieme le problematiche di un tempo singolare della chiesa goriziana e, soprattutto, fa balenare al lettore le direttrici che lo hanno mosso nelle sue ricerche, studi e pubblicazioni. IL volume che ha trovato motivo non solo per una ristampa, si presenta per sua secchezza di notizie e di lessico, come esemplare per cogliere nelle vicende di una chiesa locale le linee emergenti della storia della chiesa.Accanto allo studio della storia -è stato anche insegnante di storia della chiesa nei corsi teologici- don Tavano ha accompagnato le preoccupazioni della comunità ecclesiale; ha svolto il ministero nella chiesa di S.Antonio e ha guidato prima a Bolzano e poi a Gorizia i gruppi di Comunione e liberazione. Una attività che egli sentiva come la più esigente ed alla quale si è dedicato fino a conclusione della sua vita attiva con dedizione e puntualità.Aveva fatto suo, in un tempo dove i cambiamenti erano evidenti e le esigenze del Concilio chiedevano di fare strade nuove, un metodo al quale è stato fedele, individuandolo soprattutto nella proposta di don Giussani. La attività nell’ambito della cultura e della storia, invece, sono state altrettanto fedeli nella tenacia e nella determinazione; in questo caso è stato maestro nel considerare la storia per quello che è, soprattutto all’interno del dialogo Chiesa e mondo, proponendosi il dialogo ed il confronto, la ricerca insieme ed il rigore in nome non di esigenze dottrinali o di pregiudizi ideologici. Ha dialogato con tutti, insegnando ad ascoltare le ragioni di tutti, nel rispetto delle verità storiche senza pretese di una condivisione impossibile ma lavorando perché la memoria si confronti sempre nell’umanità e, per la sua fede, in prospettiva del Regno di Dio. La dimestichezza e la sensibilità culturale era ampia; l’affermazione della sua identità, di cristiano e di prete, era altrettanto pacifica e determinata, senza sconti.Don Luigi Tavano che ha operato attivamente a favore di un presbiterio unito ma preparato ed esigente, ha saputo attraversare esperienze complesse e dolorose; la sua partecipazione alla vita del presbiterio è stata viva anche se molto esigente. Dal suo incontro i collaboratori delle iniziative che lo vedevano protagonista hanno imparato non solo la urgenza del metodo ma anche la passione e la cura dei rapporti personali, l’attenzione ai particolari e l’entusiasmo per un servizio comune.

TESTIMONIANZA

 Un passato studiato con occhi rivolti al domani

  ltre e più qualificate voci si leveranno a trattare convenientemente il profilo di don Luigi Tavano come sacerdote e storico della Chiesa goriziana; chi scrive si accontenta di compartecipare le impressioni di un amico che ha potuto condividere preziosi frammenti nel corso del suo ultimo ventennio di vita.A don Luigi è sempre stata cara la parola “grazie” ed il concetto di gratitudine, da lui declinato, in primis, verso il Datore di tutte le cose e, di riflesso, nei confronti della moltitudine di persone che il Signore gli ha posto accanto. Cominciando dagli amati familiari – dai fratelli, sino ai nipoti più giovani, da lui seguiti con attenzione premurosa, franca ma discreta, in tutte le vicende della vita – per giungere agli “amici”, ossia tutti coloro che in ogni forma sono stati coinvolti in quelle molteplici e preziose modalità attraverso le quali don Luigi ha attuato il proprio apostolato sacerdotale. Intravvedo gli amici di Comunione e Liberazione, oggetto di tante cure; con maggior frequenza e per motivi personali, ho potuto essere al suo fianco durante la fase matura della più che trentennale esperienza dell’Istituto di Storia sociale e religiosa di Gorizia, opera del suo ingegno e delle sue mani. Se oggi la storiografia del Goriziano può dirsi inserita a pieno titolo tra le grandi riflessioni di respiro europeo che caratterizzano il dibattito storico contemporaneo, lo si deve all’impegno da don Luigi alacremente profuso – come direbbe l’Apostolo: “opportune et importune”- a servizio della Chiesa che era, che è e che sarà in questo territorio di confine. Un lavoro con il quale non è possibile evitare di fare i conti, fors’anche discutendo animatamente ma mai senza accorgersi d’essere, al termine del confronto, più stimolati e ricchi di prima. La sua bibliografia, che conta circa 115 titoli, ha spaziato dal Medioevo fino alla Contemporaneità, trattando sempre con rigore ed acume analitico gli aspetti più controversi e complessi della storia della Cristianità aquileiese e goriziana. Lontano dalle lusinghe apologetiche ma sempre attento a non trascurare il dato religioso così come sì è incarnato nel divenire della società, don Luigi ha fatto tesoro della lezione dei Maestri che la Provvidenzia gli ha posto sulla via, da cui ha saputo farsi oltremodo apprezzare (tra tutti il prof. Giuseppe De Rosa e mons. Luigi Giussani): una storia di anima, carne e sangue che lo ha appassionato sino agli anni più recenti, quando il venir meno progressivo delle forze lo ha indotto a ritirarsi, per consegnare la sua opera ancora nel possesso pieno delle intellettuali facoltà: il fondo archivistico e librario da lui donati alla Biblioteca del Seminario restano monumenti imperituri, dai quali tutti gli studiosi della storia di questo territorio potranno trarre, nel futuro, innumerevoli spunti di ricerca.Don Luigi studiava il passato con gli occhi rivoltio al domani: i giovani ricercatori sono stati da lui “allevati” con la tenacia che lo contraddistingueva in ogni campo d’azione, con quel suo tratto rude e – nel contempo – affettuoso, per mezzo del quale sapeva raggiungere gli obbiettivi prefissati: tra le lezioni più importanti non posso dimenticare l’invito a farsi carico delle proprie responsabilità in prima persona, nel rispetto delle proprie inclinazioni, al di là di ogni delega o affidamento, ferma restando la sua smisurata fiducia nella divina Volontà. Navigando tra momenti bui e luminosi, don Luigi ha saputo ascoltare la voce di Dio, munito della stessa pazienza lungimirante con cui compulsava antichi documenti e polverosi volumi: sono quindi certo che dopo un lungo cammino e tanto, tantissimo impegno, don Luigi ha potuto finalmente raggiungere – in pienezza – il frutto della sua sete di Verità; presto incontrerà in Dio gli amici che l’hanno preceduto, lasciando noi, rimasti qui, ad attendere con speranza di ritrovarci ancora uniti, muniti dei preziosi strumenti che ci ha donato. Un ultimo “grazie”, caro don Luigi, da parte del tuo amicoMarco Plesnicar