La “gorizianità” in un incontro di cappellani militari

Si è respirato anche un pizzico di “gorizianità” durante la visita che mons. Jože Plut, Vicario delle Forze Armate Slovene (praticamente il responsabile dei cappellani militari della vicina repubblica), ha compiuto recentemente a Pozzuoli (NA), presso l’Accademia della nostra Aeronautica Militare.Ad accoglierlo c’era infatti don Bruno Mollicone, attuale cappellano dell’Accademia e membro del nostro clero diocesano.”È stato – ha detto don Bruno – un incontro informale ed estremamente cordiale, nel quale si è respirata quella familiarità che i goriziani certamente ben comprendono. È come quando, in un luogo lontano, incontri un tuo vicino di casa. Ti fa piacere e, di riflesso, ti ricorda anche un po’ casa tua. Gli sloveni sono i nostri vicini di casa e sappiamo quanto i nostri rapporti stiano divenendo sempre più stretti e importanti, in tutti gli ambiti. Mons. Plut, tra l’altro, da ragazzo ha frequentato anche il seminario minore di Vipava, che da Gorizia dista meno di 30 chilometri”.Ma, al di là del profilo più umano, don Bruno sottolinea soprattutto il significato della visita all’Accademia: “Mons. Plut si trovava a Napoli per incontrare il gruppo di ufficiali sloveni che lavorano presso il comando NATO di Lago Patria. L’idea di questa visita è nata da una chiacchierata avuta di recente con uno di loro. La Slovenia, infatti, è membro dell’Alleanza Atlantica dal 2004 e, da allora, la sorveglianza del suo spazio aereo è stata affidata proprio alla nostra Aeronautica militare (da quest’anno in collaborazione con quella ungherese). Ebbene, i piloti che fino ad oggi hanno protetto i cieli di Lubiana sono tutti ex allievi dell’Accademia di Pozzuoli”.Nel corso della visita, Mons. Plut è stato ricevuto anche dal Comandante dell’Accademia, gen. Fernando Giancotti, con il quale si è intrattenuto su un tema caro ad entrambi, ossia il ruolo fondamentale che la formazione etica riveste in ambito militare.In serata don Bruno ha ricambiato la visita partecipando alla Messa e alla successiva cena nelle quali si è ritrovata la piccola comunità slovena di Napoli.