Ivana Cossar: missione che continua

Roma: 28 ottobre 1974, festa di  S. Simone e Giuda, 45 anni fa. Ivana Cossar e suor Pia Giovanna Beraldin, accompagnate dal sottoscritto, allora direttore del Centro Missionario Diocesano, sostano in preghiera presso la tomba di S.Pietro a Roma. È il giorno della loro prima partenza per le nostre missioni diocesane in Africa, suor Pia a Kossou e Ivana a Bouakè, quale insegnante di inglese nel seminario locale.Dopo la preghiera sulla tomba di Pietro, entriamo in Vaticano per un annunciato e breve incontro con Papa Paolo VI, incontro favorito da mons. Luigi del Gallo Roccagiovine, uno dei segretari del Papa, e grande amico del vescovo Pietro Cocolin.  Siamo nell’anticamera di attesa ed esce prima il cardinale Franz Konig, arcivescovo di Vienna, venuto più volte a Grado ed Aquileia. Esce poi un cardinale africano, mons. Paul Zoungrana, arcivescovo di Ouagadougou, in Alto Volta, ora Burkina Faso. Un incontro inaspettato ma veramente profetico.Suor Pia Giovanna raggiungeva la comunità delle suore della Provvidenza, dove in 3, suor Pieralba Bianco, suor Fidenzia Martini e suor Dores Villotti, erano arrivate l’8 gennaio 1973, accompagnate dalla loro Superiora Generale, suor Spes Alma Rigotti.Ivana in quei  tempi era rientrata dagli Stati Uniti, dove aveva studiato e soggiornato per alcuni anni. Erano i tempi dei “Corpi della pace”, creati dal Presidente Kennedy. Volontari che andavano in varie parti del mondo, quali operatori di  sviluppo e pace.  Ivana desiderava unirsi ad essi, ma ciò non fu possibile, non avendo la cittadinanza americana.  Rientrata in Italia, apprende che la diocesi di Gorizia ha dato avvio a proprie missioni in Africa, aperte ai sacerdoti diocesani, alle suore della Provvidenza e ai volontari laici. Incontra subito l’arcivescovo Cocolin, dando la sua disponibilità per la missione. Il  vescovo la indirizza al sottoscritto che prende contatto con il giovane vescovo di Bouakè, Mons. Vital Komenan Yao, che la designa quale insegnante nel seminario locale. Quando nel dicembre 1975, la diocesi di Gorizia assume la sua seconda missione a Nimbo-Bouakè, Ivana si aggregherà alla nuova comunità di sacerdoti, suore e laici, Incontrerà soprattutto una missionaria laica, Marcella Dametto, con la quale condividerà, per alcuni anni, il servizio di evangelizzazione nei villaggi della nuova  missione.Un incontro imprevisto e provvidenziale con il vescovo di Bobo-Dioulasso, Mons. Anselme Titianma Sanon, Alto Volta, ora Burkina Faso, la porterà ad operare in quella diocesi e poi a Dedougou e Nouna. E infine a Ouagadougou per coordinare i tanti servizi di alfabetizzazione, promozione umana ed evangelizzazione, che da tanti anni porta avanti e che tutti conosciamo. Per tanti anni ha condiviso la sua missione con la dottoressa Luisella Paoli di Turriaco.A metà settembre è ripartita per il Burkina Faso, dando continuità a 45 anni di servizio ai fratelli africani, fedele alla sua vocazione missionaria.Suor Pia Giovanna, dopo alcuni anni a Kossou, è stata trasferita alla missione di Nimbo, avendo cura soprattutto dei lebbrosi di Manikro. In seguito, aggregata alla sua comunità di Yamoussoukro, ha preso a carico la gestione e cura dei bambini del Morbo di Burulì, ospitati nell’ospedale di Kongouanou, realizzato dalla diocesi di Gorizia e inaugurato il 28 novembre 1993.Quando le suore della Provvidenza hanno assunto una nuova missione in Togo, a Kouwè, suor Pia era lì, occupandosi soprattutto del grosso villaggio di Ahepè. Quando poi le suore della Provvidenza hanno aperto una loro casa a Setto-Abomey, in Benin, suor Pia si offrì di essere tra le fondatrici.Conservo una sua lettera dell’11 novembre 2017, in cui descrive la nuova missione, lettera giunta a Gorizia, alcuni giorni dopo la sua morte, avvenuta il giorno 3 dicembre 2017 a Lomè. Suor Pia Giovanna Beraldin, come era suo desiderio, è stata seppellita in Africa, a Kouwè in Togo, dove aveva tanto operato.Quarantacinque anni di missione in Africa per Ivana Cossar e 43 per suor Pia Giovanna, sono due esperienze di vita e due testimonianze di cui la nostra diocesi può andare fiere.