Incoraggiare e sostenere

Nella nostra diocesi abbiamo cominciato ad affidare più parrocchie ad un unico parroco ormai da decenni; di Unità Pastorali parliamo fin dal tempo del vescovo Dino De Antoni; con l’arrivo del vescovo Carlo Roberto Maria Redaelli il lavoro di preparazione è stato più sistematico: ci siamo domandati quali sono le qualità essenziali di una comunità cristiana (Chi è la Chiesa, 2013) che è chiamata ad accogliere ed ascoltare (Una Chiesa che ascolta e accoglie, 2014), quali sono i compiti di un cristiano (Chi è il cristiano, 2014 – Lettera al cristiano della domenica, 2016), a che cosa servono le unità pastorali (… Anch’io mando voi, 2018). C’è stato il confronto con l’esperienza di alcune diocesi che avevano operato la scelta delle Unità Pastorali prima di noi; c’è stato l’invito ai decanati ad esprimersi su come si vedeva il futuro dei territori. Nel 2018 c’è stata la creazione formale di diverse Unità Pastorali. Nella lettera pastorale “… Anch’io mando voi” (2018) il vescovo Carlo aiutava a pensare che le Unità Pastorali possono essere viste come una necessità occasionale determinata dalla carenza di presbiteri oppure come parte di un disegno provvidenziale per rilanciare la missione della Chiesa. Le Unità Pastorali vanno viste come non come una struttura, ma come un processo per il quale non c’è un manuale già scritto. Gli attori chiamati in causa perché il processo dell’Unità Pastorale possa funzionare sono le comunità, i consigli pastorali e l’equipe formata da sacerdoti, diaconi e religiosi. Gli obiettivi per cui sono state costituite le Unità Pastorali sono: crescere nella comunione, rinnovare lo slancio missionario, incrementare una visione ministeriale della Chiesa, essere più incisivi sul tessuto sociale. A quattro anni di distanza, con una pandemia che ha sconvolto molti piani e ha fatto “abortire” la programmata visita pastorale, il vescovo Carlo effettuerà, a partire dalla prossima settimana, una sistematica visita “leggera” alle Unità Pastorali della diocesi con l’obiettivo di verificare e incoraggiare il cammino intrapreso. Il punto di riferimento per prepararsi è il paragrafo relativo alle Unità Pastorale della lettera Pastorale “… Anch’io mando voi” (2018) e lo stile potrebbe essere quello proposto dal vescovo Carlo al suo arrivo in diocesi quando ha chiesto ai fedeli, e ai giovani in particolare, di indicare 3 cose belle, 2 problemi, 1 sogno. Il “format” di questa visita prevede nel corso di un pomeriggio l’incontro con l’equipe (sacerdoti, diaconi, religiosi), il confronto con i catechisti sul tema dell’iniziazione cristiana (cantiere specifico della nostra diocesi nel cammino sinodale), la celebrazione dell’eucarestia come momento di incontro con la comunità, la riunione del Consiglio Pastorale dell’Unità Pastorale. Chiaramente questi incontri nelle Unità Pastorali non permettono di risolvere tutti i problemi che inevitabilmente ci sono quando si attivano dei nuovi processi, ma sono l’occasione per verificare il cammino, per far conoscere il bene, per correggere eventualmente il tiro, per rilanciare il senso dell’essere Unità Pastorale… insomma una necessaria manutenzione importante per tutto ciò che è vivo e dinamico.