Incontro triveneto della comunità propedeutiche

Si tratta di una piccola comunità che ha lo scopo di verificare se la strada del seminario è quella effettivamente più adatta per i candidati. Lo si fa attraverso lo studio di materie preparatorie agli approfondimenti filosofici e teologici, attraverso una vita di fraternità, delle esperienze di servizio, e uno spazio di preghiera e riflessione. Quest’anno il gruppo di “propedeutici” fa vita comune negli spazi della comunità sacerdotale.

La stessa esperienza è proposta anche negli altri seminari del Nord-Est. Ogni anno viene organizzato un incontro di questi gruppi di “aspiranti seminaristi” del Triveneto. Giovedì 4 aprile Gorizia ha ospitato questo incontro delle comunità propedeutiche dei seminari a livello triveneto.

Dopo l’accoglienza presso la comunità sacerdotale dove c’è stato uno scambio di esperienze fra i giovani presenti e fra gli educatori che li accompagnano nel cammino, ci si è spostati al S. Luigi, dove ha sede la comunità educativa per minori stranieri non accompagnati gestita dalla Viarte. Don Fabrizio ha guidato un confronto molto interessante sulle frontiere della pastorale: il S. Luigi può essere visto come una sorta di laboratorio che permette di studiare alcune dinamiche che riguarderanno tutta la pastorale nel prossimo futuro.

Come in una sorta di caffè letterario, dopo il pranzo, lo storico Ivan Portelli ha ripercorso in modo sintetico la storia della Chiesa di Gorizia, focalizzando l’attenzione soprattutto sul Seminario. La storia di Gorizia e quella della formazione del clero nelle nostre terre è strettamente legata alla questione della frontiera.

C’è stata poi una passeggiata nella città passando per la piazza Transalpina, la visita all’arcivescovado, la chiesa di S. Ignazio, la salita al castello. La giornata si è conclusa con la S. Messa, presieduta dall’arcivescovo Carlo, in cattedrale e la cena offerta dalla parrocchia del duomo.

È stata l’occasione per far conoscere la nostra città e la nostra diocesi, per riflettere sul tema delle frontiere, e per incoraggiarsi vicendevolmente nel cammino di risposta alla chiamata da parte del Signore.