In preghiera per le vocazioni

Nella giornata del Buon Pastore, domenica 26 aprile, come Zelatrici del Seminario della diocesi di Gorizia ci siamo strette attorno all’Arcivescovo Carlo per un momento di preghiera e di agape fraterna. L’incontro, particolarmente partecipato, si è svolto presso la comunità sacerdotale di Gorizia.Oltre a don Nicola e ad Angela, rispettivamente assistente e coordinatrice del gruppo, era presente anche il seminarista goriziano Diego che ci ha reso partecipi della sua quotidianità fatta di studio, di preghiera e servizio, anche se non mancano momenti ludici.L’Arcivescovo ci ha ringraziato per il perseverante impegno profuso nelle nostre comunità, nel mantenere sempre viva la preghiera per le vocazioni sacerdotali e di speciale consacrazione.Ci ha poi donato tre spunti di riflessione, di come Gesù si fa vivo in noi. Ha preso ad esempio la vigna, che nell’Antico Testamento è identificata nel popolo ebraico, ed è vista come ingrata nei confronti dell’agricoltore che la cura amorevolmente, perché dà frutti acerbi. Nel Nuovo Testamento si parla addirittura di vignaioli ingrati che, essendosi appropriati della vigna, uccidono tutti coloro che ne vengono a reclamare il raccolto. Alla fine uccidono persino il figlio del padrone.Ebbene Gesù, nell’ultima cena, rivela di essere Lui stesso la vera vite, si immedesima nella vigna perché possa portare frutti in abbondanza.Un’altra immagine è quella del pane: nel deserto gli israeliti sono nutriti di manna, Gesù stesso moltiplica il pane per sfamare la moltitudine. Nell’ultima cena rivela che Lui è il pane spezzato per tutti, entra a far parte integrante della nostra vita.Terza immagine il Buon Pastore, che nell’Antico Testamento non ha saputo sempre prendersi cura del suo gregge e lo ha lasciato in preda ai lupi. Nel Nuovo testamento egli è colui che si carica sulle spalle la pecorella smarrita. Ebbene Gesù, sulla croce, si fa Agnello in un totale dono di sé. Da Lui il sostegno e la forza per essere veri cristiani. Concludendo, mons. Carlo, ha ricordato a tutti che l’impegno a sostenere economicamente il Seminario Interdiocesano di Castellerio è sempre uguale per la nostra diocesi, che siano o meno presenti seminaristi provenienti dalle nostre comunità. Ci sono poi famiglie che non possono permettersi di mantenere un figlio in seminario, o famiglie che ostacolano la vocazione, togliendo qualsiasi aiuto economico al figlio. Tutto questo deve far riflettere e deve essere segno nelle nostre comunità. Sono state ricordate, nella preghiera, le zelatrici che stanno vivendo la prova della sofferenza nella malattia. L’arrivederci è all’incontro del 15 maggio dove, nel pomeriggio, raggiungeremo Castellerio per vivere un momento fraterno e di preghiera con i seminaristi che attualmente sono ben ventotto.