In piena attività i cantieri della formazione

Non viviamo un’epoca di cambiamenti ma in un cambiamento d’epoca, ci sta dicendo papa Francesco ormai da diversi anni. Queste parole permettono di comprendere che le nostre vite, le nostre esperienze e ciò che ci succede attorno non sono solo degli eventi che come piccoli puzzle, ad un certo punto, iniziano a non combaciare più tra loro come facevano un tempo, ma in una prospettiva globale, tutto ciò che sta accadendo fa parte di un passaggio epocale in cui noi siamo inseriti. Questo pensiero può rivelarsi sconvolgente e difficilmente comprensibile, pochi sono i profeti che riescono a fare ordine laddove il disordine ed il susseguirsi drammatico di eventi sembra non trovare più né capo né coda, né trama né ordito. Come esseri umani è faticoso analizzare, comprendere, trovare pace dentro il caos e il rischio è quello di accartocciarsi su sé stessi per la paura e per lo sconforto. Essere cristiani però ci mette di fronte ad una responsabilità immensa, quella di annunciare anche nella tempesta, che Cristo ha vinto la morte, che non dobbiamo avere paura e continuare a testimoniare nel mondo la luce del Risorto. Se i giovani hanno dalla loro parte la forza, il vigore e l’energia, le idee e l’ardore che li porta a spingersi verso il futuro con speranza, per gli adulti non sempre è facile costruire prospettive mentre il mondo sembra avviato ad un cambiamento inarrestabile che lo allontana sempre di più dalla realtà che li ha visti crescere. Ecco perché questo cambiamento d’epoca ha bisogno di adulti con sguardo profetico, attivamente partecipi nella società per sostenere coloro che il presente lo temono e il futuro non riescono nemmeno ad intravederlo. Per accompagnare gli adulti in questo cambiamento acuito dagli eventi di questi ultimi anni, tra la pandemia e ora la guerra, l’Azione Cattolica ha deciso di avviare dei “cantieri” nazionali, in cui lavorare, attraverso riflessioni, incontri e confronti, per rimettere in discussione il ruolo degli adulti in associazione, nella Chiesa e nella società, la loro formazione e il loro cammino di fede personale. Il 12 e 13 marzo a Roma un gruppo di associate e associati provenienti da tutta Italia hanno provato a fare il punto della situazione sul mondo adulto di oggi, nel post pandemia, in quest’era di relazioni virtuali che tanto mette in crisi l’attività associativa, la modalità del “gruppo”, la realtà della parrocchia. Cosa significa essere adulti oggi? Quale il nostro ruolo nella società, nella famiglia, nella Chiesa? Come rispondere alle esigenze spirituali degli adulti nella Chiesa e allo stesso tempo, come intercettare quelle di chi la Chiesa non la vive? Queste sono solo alcune delle domande emerse e che aprono la strada ad un lavoro dai contorni forse non ancora ben definiti, ma che custodiscono una profonda volontà di pensare e progettare con lo slancio che nasce dai desideri e non con la paura che limita a tamponare i bisogni. In un cantiere si costruisce, si crea, si sperimentano nuovi modi di lavorare a partire dalle esigenze delle persone, per creare bellezza, per arginare le povertà educative spingendosi anche laddove non ci si aspetta di trovarci, per ridiscutere i confini umani e ampliare gli orizzonti. E mentre la Chiesa si trova a vivere un Sinodo mondiale, vorremmo provare a diventare promotori di un cambiamento grazie ad uno sguardo profetico che permetta di agire nel presente per segnare il futuro. Il percorso della commissione proseguirà con l’appuntamento dal 6 all’8 maggio a Roma, per un modulo formativo dal titolo “Je so puzzle” a cui parteciperanno vicepresidenti adulti e assistenti.