In attesa… fra lockdown e coprifuoco

Anna ci racconta questo periodo, vissuto anche in Algeria tra lockdown e coprifuoco, raccontandoci però di una chiesa che non si è fermata ma ha continuato a porsi in prima linea accanto ai più fragili.

Ghardaia 12.07.2020“Divieto di circolazione a destinazione e in provenienza di 29 wilaya (province, tra cui Orano!). Questa decisione entrerà in vigore da domani, venerdì 10 luglio.” – dal Comunicato del Presidente della Repubblica, M. Tebboune.Il comunicato, pubblicato la sera, ha colto di sorpresa al risveglio quanti pensavano a mettersi in strada… come me! Il coprifuoco ridotto alle ore notturne (dalle 20 alle 5), la ripresa parziale dei trasporti urbani e la riapertura dei negozi, avevano lasciato credere in un progressivo ritorno alla normalità dopo tre mesi di “confinamento”. Così ho accettato l’invito a partire per Ghardaia… e ora sono quaggiù, bloccata.Nell’attesa che un taxi riprenda servizio… scrivo! Del resto, difficile muoversi con temperature che oscillano tra i 40 i 45 gradi all’ombra di giorno, per scendere intorno ai 30 gradi la notte!Doveva essere una semplice “puntata” a El Meneaa, per un nuovo progetto all’orizzonte: il restauro di Saint Joseph, la chiesa e il cimitero adiacente, dove si trova la tomba del (futuro) san Charles de Foucauld, e la costruzione di un muro di cinta per proteggere la grande proprietà, perché la città tutto intorno cresce.Saint Joseph si trova ai margini dell’immenso palmeto di El Meneaa, un’oasi magnifica ai piedi del grande erg occidentale. El Meneea è conosciuta anche come El Golea, “castello inespugnabile”, per la presenza dell’antico ksar, patrimonio dell’UNESCO.Ospite della micro-comunità cristiana di Ghardaia (siamo in 10), ne approfitto per scoprire un po’ di più la valle dello Mzab, “la Svizzera dell’Algeria” per la ricchezza legata al commercio e la pulizia: occupata dai Mozabiti, della setta mussulmana degli Ibaditi, è una regione dall’architettura e dalle tradizioni molto particolari, assolutamente sorprendenti e inimmaginabili per una donna occidentale!Risalendo la vallata, a una mezzoretta in macchina: una passeggiata in un mare di… dune!Speravo di poter volare in Italia questa estate, ma per il momento l’Algeria non ha ancora aperto le frontiere. Forse saranno queste le mie “vacanze algerine”, al termine di un anno da ricordare solo per Covid 19:

Santa CruzCristo Risorto, come un tratto di luce nel coro, è stato il tocco finale della cappella che ora si può ammirare anche attraverso l’album “I colori di Santa Cruz” (la copertina recto – verso) e il sito internet rinnovato www.santacruz-oran.comIl progetto “Per lo sviluppo di attività culturali e cittadine”, finanziato dall’Unione Europea, su cui ho lavorato in questi tre anni, è concluso… hamdullah! Le tensioni politiche e sociali legate alle elezioni presidenziali e la pandemia non hanno permesso di organizzare grandi eventi, ma “le primizie” promettono un frutto di fraternità!

CaritasNominata a novembre responsabile di Caritas Oran, in questi mesi di pandemia mi sono ritrovata “in prima linea” nell’organizzare, insieme ad altre associazioni locali, l’aiuto alle persone più vulnerabili, in particolare i migranti e le donne già accolte al “Jardin des femmes” (Giardino/Paradiso delle donne).Sospese dal 14 marzo tutte le attività, il centro diocesano è diventato il “quartier generale” dell’operazione di confezionamento e distribuzione di centinaia di “kit” di prodotti alimentari e d’igiene. Un’operazione in cui i migranti stessi sono stati protagonisti. Un’esperienza concreta di cooperazione, senza confini di religione, di appartenenza associativa, di statuto sociale.

SportPrima e ultima corsa della stagione: il 14 marzo a Ain Defla, ho partecipato al Campionato nazionale di semi-maratona. Vittoria a sorpresa! (nella categoria “veterane”).Aspettando un taxi… Aspettando un volo… Aspettando…Aspettando di essere ancora sorpresa dalla vita,un saluto!Anna