In ascolto del territorio per crescere insieme

“Contribuire a creare e ricreare una stagione di tessitura e di legame, recuperando anche quello che è stato perso nel corso della pandemia. Il desiderio è quello di riprendere, come stiamo facendo ora, gli incontri con i Sindaci e con le varie componenti delle istituzioni che reggono la società, per ritrovarsi e collaborare insieme.Oggi i tempi sono cambiati e tutta la Chiesa in questo momento “si è messa in moto” verso il Sinodo. Proprio in quest’ottica vorremmo avviare un cantiere di lavoro – un po’ come faceva Gesù – con una Chiesa che torna “in mezzo alle strade”. Abbiamo iniziato partendo da voi sindaci, perché siete quelli che più spesso hanno “le mani in pasta” e che si ritrovano a svolgere un servizio non facile ma che sicuramente svolgete con Amore”.E questo assume un significato ancora più importante nel momento del Sinodo: un tempo in cui le Chiese che sono in Italia si stanno impegnando nell’ascolto di tutte le voci provenienti dai territori.È spettato a fra Roberto Benvenuto o.f.m., direttore della Pastorale diocesana Sociale e del Lavoro, aprire gli incontri che si sono svolti martedì mattina in Arcivescovado a Gorizia e venerdì mattina presso il Concento della Marcelliana a Monfalcone tra l’arcivescovo Carlo Roberto Maria Redaelli, l’equipe della Pastorale Sociale e del Lavoro e i sindaci dell’Isontino e dei comuni delle exprovince di Udine e Trieste compresi nel territorio dell’Arcidiocesi.Presenti all’incontro di Gorizia i sindaci di Gradisca d’Isonzo (Tomasinsig), di Mossa (Russian), di Moraro (Donda), di Romans d’Isonzo (Calligaris), di San Floriano del Collio (Padovan), di San Lorenzo isontino (Clocchiatti), di Cervignano del Friuli (Balducci), di Chiopris-Viscone (Perusin), di Terzo d’Aquileia (Quaini), di Rusa (Lenarduzzi), il vicensindaco di Farra d’Isonzo (Verzegnassi) e gli assessori alle politiche sociali di Gorizia (Romano) e di Savogna d’Isonzo (Butkovic).A Monfalcone, invece, sono intervenuti i sindaci di Monfalcone (Cisint), di Grado (Kovatsch), di San Canzian d’Isonzo (Fratta), di San Pier d’Isonzo (Bignolin), di Duino Aurisina – Devin Nabre¬ina  (Gabrovec), di Sgonico – Zgonik (Hrovatin), di Ronchi dei Legionari (Benvenuto), di Sagrado (Vittori), di Doberdò del Lago – Doberdob (Vizintin), i vicesindaci di Cormons (Russiani) e Monfalcone (Garritani) e l’assessore alle politiche sociali di Turriaco (Spanghero).

Mons. Redaelli: l’ascolto ed il dialogoL’arcivescovo, prendendo la parola, ha sottolineato come “questo incontro desidera essere un’occasione di confronto non soltanto sulle tematiche più attuali e che più sono sentite come rilevanti, ma anche per cogliere, come Chiesa, dei suggerimenti che possono arrivare proprio da voi, dalle vostre esperienze. Anche questo è un modo per crescere insieme”.Monsignor Redaelli ha quindi proposto ai sindaci presenti la lettura di alcuni passi dell’enciclica “Fratelli Tutti” di papa Francesco, soffermandosi principalmente sui passaggi che richiamano al mettersi in ascolto e in dialogo: “il dialogo esige l’ascolto – ha suggerito con la lettura l’arcivescovo –, esige il mettersi seduti ad ascoltare l’altro, prestargli attenzione e farlo entrare nella propria cerchia. Tuttavia spesso ci troviamo di fronte ad un mondo frettoloso e sordo, che mette in pericolo la struttura saggia della comunicazione umana.Il dialogo permette anche l’accoglienza di persone da altri luoghi e altre culture: accogliendo di cuore la persona “diversa” gli si permette di continuare ad essere sé stessa ma gli si consente anche di avere un nuovo sviluppo. Il dialogo però è realizzabile con gli altri se la propria identità è radicata, così come la stessa cultura del dialogo deve essere radicata nella propria realtà”.Proseguendo con la lettura l’arcivescovo ha invitato i sindaci ad amministrare con comprensione, dialogo, gentilezza, avviando i processi i cui frutti saranno raccolti da altri.

L’attenzione ai giovani, la preoccupazione per il welfareNumerosi gli spunti che sono giunti poi dai rappresentanti delle Amministrazioni Locali presenti.Tutti hanno espresso grande collaborazione e profondo dialogo con le realtà parrocchiali presenti sui propri territori comunali, con le quali in più di un caso sono attive belle esperienze di collaborazione, in particolare per quanto riguarda le fasce svantaggiate e quelle giovanili.Tuttavia tra i punti che numerosi sindaci hanno portato alla luce, anche la necessità di dotare proprio i più giovani di spazi adeguati: dopo la pandemia gli amministratori hanno rilevato da un lato un bisogno dei ragazzi di stare insieme ma dall’altro lato l’incapacità di trovare momenti e soprattutto luoghi di aggregazione. La richiesta è stata quindi di poter disporre nuovamente di Sale parrocchiali e oratori presenti sui territori ma a volte non più utilizzati.Alcuni sindaci hanno anche proposto di creare una rete di educatori/animatori che possa in qualche modo andare a “coprire” la necessità di queste figure anche nelle realtà più piccole, dove c’è desiderio di aggregazione ma appunto mancanza di figure di riferimento.Tra le più grandi preoccupazioni riportate poi dai Sindaci per le loro comunità, il forte tasso di denatalità che sta interessando in maniera complessiva tutto il territorio e, parallelamente, un invecchiamento del tessuto sociale.Alcuni sindaci hanno sottolineato preoccupazione, per quanto riguarda la denatalità, nel fatto che questa potrebbe non essere solamente dettata da problematiche economiche ma, forse, anche dalla mancanza di supporti a livello sociale, anche per affrontare quella che spesso viene definita come “crisi delle competenze genitoriali”. In questo appunto una rete che coinvolga anche la Chiesa potrebbe essere rilevante per veder in qualche modo ripopolati anche i paesi più piccoli.Proprio da questi ultimi è stata poi portata all’attenzione dell’arcivescovo e dell’equipe di Pastorale Sociale e del Lavoro una grande preoccupazione per quanto riguarda il Welfare: da un lato la scarsità di fondi da destinare a questo settore e che purtroppo non consente sempre di poter mettere in atto le azioni di sostegno che anche le comunità più piccole desidererebbero attuare; dall’altro lato anche la difficoltà ad intercettare situazioni di disagio per il grande “orgoglio” che caratterizza numerose famiglie che vivono sul territorio e che, per paura di essere giudicate o per appunto un orgoglio personale, tendono a non rivolgersi ai Servizi anche in situazioni di evidente e grave difficoltà.Ulteriore spunto emerso dal dialogo con gli amministratori, la grande risorsa messa in campo sul tessuto locale dal volontariato: in un tessuto sociale che oggi risulta essere più debole, più fragile, il volontariato è davvero un “motore” che consente di mantenere attiva la realtà sociale.L’incontro si è concluso con il ringraziamento per la condivisione e gli spunti e la proposta ai Sindaci, da parte dell’arcivescovo e di fra Roberto, di ritrovarsi in un secondo momento di incontro – da realizzarsi più avanti – per continuare il dialogo: “ci lasciamo con un ottima prospettiva – ha concluso fra Roberto – e un avanzamento di passo”.