Il ricordo vivo di Egidio

Quest’anno la memoria del Transito di Egidio Bullesi è un po’ speciale: e non solo perché cade nell’Ottava della Pasqua che la Chiesa celebra come un’unica solennità. All’intensa celebrazione, prevista come da tradizione dai frati minori nell’isola di Barbana, si aggiunge il pellegrinaggio a Pola, la città di Egidio, dove egli nacque e visse in una bella famiglia di nove figli (e tre furono poi sacerdoti) e dove morì novant’anni fa esatti. Così il centro sostenitore della beatificazione ha previsto due giornate, abbinate fra loro giovedì 25 e venerdì 26 aprile, per la commemorazione del “venerabile giovane”, la cui causa appare quanto mai attuale nella promozione – sempre più necessaria – della ministerialità laicale nelle nostre Chiese locali impoverite di vocazioni al ministero ordinato.Essa è poi perfettamente nella linea della santità per tutti suggerita dal Concilio e ritradotta nella recente esortazione Gaudete et exsultate dove papa Francesco chiama i battezzati alla vocazione prima, quella derivata per tutti dal battesimo, ispirata a modelli “accessibili” definiti dal Santo Padre i “santi della porta accanto”. Difficile non vedere pure il venerabile Egidio fra questi, e come un invito particolare all’imitazione se si è cristiani impegnati in parrocchia (catechisti soprattutto) o attivi nelle aggregazioni laicali: l’Azione Cattolica, la San Vincenzo per i poveri, gli Scouts, l’Apostolato della Preghiera sono quelle che videro Egidio entusiasta conquistatore specie dei suoi coetanei. Egli esplicò tale apostolato grazie a geniale capacità psicologica di accostamento, che lo rese capace di “adescare” a Cristo persino i marinai, e a una fede e carità immense praticate sul modello evangelico francescano vissuto nella fraternità secolare (allora si diceva dei “terziari”).Proprio queste associazioni, soprattutto dalla diocesi di Gorizia (l’Ordine Francescano Secolare interviene da tutta la regione Friuli Venezia Giulia), sono invitate dai frati all’isola di Barbana alla messa di anniversario del 25 aprile, con inizio alloe ore 11 (traghetto da Grado ore 10), presieduta dal vicario generale dell’Arcidiocesi mons. Armando Zorzin e animata dalla corale di Ghirano di Prata (Pn): al termine verrà declamato a più voci il transito in concetto di santità e si snoderà il corteo alla cappella esterna (i resti di Egidio sono qui da 45 anni, dopo i 45 della sepoltura nel cimitero polese di Monte Ghiro) ove verranno recitate preghiere proprie di ciascuna di queste aggregazioni.Di rilievo sarà la presenza del sindaco di Grado e dei preposti alle associazioni degli esuli giuliano dalmati. Queste ultime stanno impegnandosi davvero in modo particolare nel sostegno della causa di beatificazione: Egidio, vero figlio dell’Istria, va visto oggi, in adesione alle ispirazioni che mossero tutta la sua esistenza, pure come un “ponte” che unisce, e fa pregare insieme, genti divise e segnate dalla storia recente di qua e di là del confine orientale d’Italia e dunque un’opportunità bella di favorire fratellanza fra popoli nella logica della nuova Europa che non ci dobbiamo stancare di costruire, ricomponendo qui da noi i legami spezzati e lenendo le ferite.

Nei suoi luoghi natale

In questo senso è felice l’occasione che porterà venerdì 26, circa cento pellegrini (50 da Gorizia; altri 50 da tutta la regione e oltre) nella città di Egidio che dell’Istria è la perla e il simbolo: qui testimonia il vangelo, annunciato sin dagli albori del cristianesimo nella città romana Pietas Julia (sopravvissuta è la famosa arena), una comunità cristiana consapevole di avere dato i natali a un santo.A Pola vive una comunità di italiani che accoglierà il gruppo anche a pranzo nella propria sede non discosta dalla vetusta cattedrale di San Tommaso nella quale Egidio fu accolto per il battesimo il 3 settembre 1905 e neanche ventiquattro anni dopo per il commiato cristiano – era il 26 aprile 1929 – presenziato da don Antonio Santin, il futuro arcivescovo, che fu guida spirituale del nostro Egidio a Pola e ne introdusse in seguito a Trieste la causa (poi molto perorata da un altro vescovo “di confine”, padre Antonio Vitale Bommarco). In duomo ai pellegrini si uniranno i preti della città con i fedeli in una messa (ore 11.30) celebrata nelle lingue italiana e croata: anche questo è “segno”! Esso sarà ravvivato dall’offerta che il Centro Bullesi farà a tutti di una pubblicazione, curata da Maria Rita Cosliani, che presenta insieme le memorie de “I venerabili di Pola”, i quali sono ben tre e tutti vissuti là ai primi del Novecento: oltre a Egidio, suor Tarsilla Osti e il dott. e poi mons. Marcello Labor: un sacerdote, una religiosa, un laico.La giornata, che nel pomeriggio prevede il passaggio davanti la casa della famiglia Bullesi (identificata da una lapide bilingue) – sorge giusto di fronte l’ospedale in cui il Nostro spirò – si concluderà a Siana, periferia di Pola, presso il santuario mariano amato da Egidio. Chi desidera prendere parte al viaggio a Pola del 26 aprile può ancora contattare l’incaricata Maria Rita Cosliani (Gorizia, cell. 329 4430363). Si partirà da Grado-imbarcadero per Barbana alle ore 7.15, con sosta a Monfalcone-Marcelliana ore 7.40. Possibile pure pernottare a Barbana (o a Grado) fra il 24 e il 27 per quanti vorranno essere presenti ai riti in santuario del giorno 25 o provengono da lontano.