Il nostro Dio è un Dio che ci spiazza e scandalizza

Potremo dire che da una persona così eccentrica non viene niente di buono; eppure questa è la descrizione che l’evangelista Marco fa di Giovanni il Battista, il precursore di Gesù. Monsignor Montenegro, cardinale arcivescovo di Agrigento e Presidente di Caritas Italiana, nel suo discorso svolto ad Aquileia il giorno dei Santi Patroni Ermagora e Fortunato evidenzia proprio che il nostro Dio è un Dio che disorienta e confonde le nostre certezze.

“È un Dio che ci spiazza e scandalizza perché lo vediamo parlare con la Samaritana e con l’adultera o entrare nella casa di Zaccheo; anziché fare una predica al figlio che aveva sbattuto la porta e se n’era andato, gli prepara una festa e vuole che anche gli altri vi partecipino.  È un Dio “strano”: “quando lo cerchiamo nel tempio, Lui si trova nella stalla; quando lo cerchiamo tra i sacerdoti, si trova in mezzo ai peccatori; quando lo cerchiamo libero, è prigioniero; quando lo cerchiamo rivestito di gloria, è sulla croce ricoperto di sangue” (Frei Betto). Con questo Dio abbiamo a che fare e dall’Incarnazione tutto è diventato sacro, cioè degno di Lui: non solo il tempio, la chiesa ma anche la baracca, la strada, l’ospedale, il barcone, l’emarginazione, la prigione. Questo Dio io lo posso trovare anche nella stiva di un barcone di immigrati.  Per noi, molte volte, immigrato fa rima con terrorista o delinquente.  Aprendo a Lampedusa – per la foto di riconoscimento – i sacconi neri che contenevano i cadaveri dei morti annegati nel naufragio del 3 ottobre 2013, si vide che molti avevano in bocca un crocifisso o una medaglietta: erano morti pregando. Nella stiva, i sommozzatori hanno trovato qualcuno di loro morto a mani giunte ed in ginocchio.” (Discorso di monsignor Montenegro ad Aquileia in occasione dei Santi Ermagora e Fortunato 12/07/17)

Come cristiani non dovremo giudicare nessuno dal suo aspetto fisico, religione di appartenenza o nazione di provenienza, perché Gesù si è fatto ultimo tra gli ultimi. La testimonianza di volontariato che troverete di seguito è quella di un giovane richiedente asilo pakistano.