Il cammino continua

Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti. Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore, vostro Dio, perché egli è misericordioso e pietoso, lento all’ira, di grande amore, pronto a ravvedersi riguardo al male” (Gl 2,12).Queste sono alcune delle parole che ascolteremo nella prima lettura del mercoledì delle Ceneri, tratte dal libro profetico di Gioele. Il mercoledì delle Ceneri, la cui liturgia è marcata storicamente dall’inizio della penitenza pubblica, che aveva luogo in questo giorno, e dall’intensificazione dell’istruzione dei catecumeni, che dovevano essere battezzati durante la Veglia pasquale, apre il tempo forte della Quaresima. È un tempo di Grazia per ciascuno di noi. È un tempo per riprendere il cammino, poiché anche per la nostra fede il cammino continua.Ma per noi la Quaresima è soprattutto “missionaria”; ci aiuta ad alzare il nostro sguardo dalle cose “nostre”, per fissarlo sul mondo e sulle dinamiche della globalità. In altre parole ci aiuta ad allargare gli orizzonti dell’amore che abbiamo ricevuto, per condividerlo. Il nostro pensiero e la nostra preghiera si volgono allora all’Ucraina, straziata dalla guerra ormai da un anno, e poi alla Turchia, nella quale il terremoto devastante di lunedì 6 febbraio ha causato tanti morti, e poi ancora al Congo e Sud Sudan recentemente visitati da Papa Francesco come pellegrino di pace e sentiamo forte il suo monito: “Giù le mani dall’Africa!”, “non è una miniera da sfruttare”. E poi il Burkina Faso, terra senza pace che in questo ultimo anno ha visto due colpi di stato e innumerevoli attentati di gruppi terroristi con rapimenti e omicidi di sacerdoti e religiosi. Poi ancora il Myanmar nel quale ad un anno dal colpo di stato militare è in corso una crisi umanitaria senza precedenti con migliaia di profughi che si riversano in fuga nella vicina Thailandia. La pace è come la fede un dono di Dio che va ricercato e costruito con ogni sforzo; ci sarà un tempo in cui tutti potremo vivere in pace, nel frattempo ci adoperiamo per costruire le basi di una umanità rinnovata perché anche per la pace il cammino continua.Quest’anno abbiamo celebrato con solennità l’anniversario dei cinquant’anni dell’arrivo della prima équipe missionaria goriziana in Costa d’Avorio, avvenuto l’8 gennaio 1973.Riporto un frammento dell’omelia dell’Arcivescovo Carlo pronunciata nella celebrazione eucaristica in Cattedrale:”Oggi celebriamo i cinquant’anni dell’avvio della missione diocesana in Costa d’Avorio. Un avvio dovuto allo sguardo lungimirante e aperto alla missione e alla cattolicità dell’arcivescovo di allora, monsignor Pietro Cocolin, condiviso dalle Suore della provvidenza, dai missionari del PIME, da diversi sacerdoti e anche da diversi laici e laiche, chi è partito ma anche i tanti gruppi missionari che in diocesi hanno sostenuto con la preghiera e il concreto aiuto l’impegno missionario. Nella équipe che partì c’erano sacerdoti diocesani, religiose e laici: fu un’intuizione formidabile considerati i tempi, che parla di una pastorale condivisa (potremmo chiamarla “sinodale”), che può essere d’esempio anche oggi”.Un traguardo importante che vuole segnare anche una “ripartenza”, in modalità e stili certamente diversi da quelli di cinquant’anni fa, senza inutili nostalgie, ma pur sempre in un unico cammino lungo la storia, poiché anche per la Missione il cammino continua.Come ogni anno, nell’inserto al sussidio di Quaresima, sono indicati i vari progetti di solidarietà che il Centro Missionario, grazie all’opera dei nostri missionari promuove in varie parti del mondo (Costa d’Avorio, Burkina Faso, Messico, Thailandia, ma poi anche Egitto, Algeria, Congo).Per consolidare i rapporti di amicizia e di collaborazione con diocesi sorelle in varie parti del mondo; si aggiungerà nelle prossime settimane un nuovo sacerdote-studente al gruppetto dei sei già presenti in diocesi (uno dal Ruanda, uno dall’India, uno dal Burkina Faso e tre dalla Costa d’Avorio); don George Ashlin sacerdote indiano, originario della Diocesi di Cochin, che sarà accolto nella Unità pastorale di Gradisca-Farra per il tempo dei suoi studi in Relazioni Pubbliche a Gorizia e si renderà utile come aiuto pastorale; lo accoglieremo con gioia.A tutti l’augurio di una buona Quaresima, di un buon tempo di conversione per restare sempre in cammino.