Il Santuario di Barbana affidato ai benedettini

Sabato scorso l’arcivescovo Carlo e P. Benedetto de Lyra Albertin, Priore del Priorato Conventuale di Santo Stefano della Congregazione Benedettina del Brasile hanno sottoscritto a Barbana la convenzione ufficiale fra l’arcidiocesi di Gorizia e il Priorato conventuale di Santo Stefano della Congregazione benedettina del Brasile per l’affidamento della cura pastorale del santuario della laguna di Grado.Il testo ricorda innanzitutto che il Santuario di Barbana, la cui nascita secondo la tradizione risale all’anno 582, è luogo di culto e di pellegrinaggio particolarmente significativo per l’Arcidiocesi di Gorizia, le Diocesi vicine (comprese quelle slovene ed austriache) ed è caro a molti pellegrini. E’ stato retto lungo i secoli da diverse comunità religiose: monaci nei primi quattro secoli di vita, monaci benedettini per circa cinquecento anni, frati francescani fino alla soppressione nel 1769, clero diocesano di Udine e poi di Gorizia, e di nuovo frati francescani dal 1901 sino allo scorso anno. Dopo la disponibilità, manifestata nel luglio 2019, del Priorato Conventuale di Santo Stefano della Congregazione Benedettina del Brasile con sede in Bologna a trasferire la sede del Priorato presso il Santuario di Barbana, garantendo in esso una presenza religiosa con la cura pastorale del luogo religioso e dei pellegrini, lo scorso mese di settembre l’Arcidiocesi di Gorizia accoglieva tale richiesta. Successivamente il Priore chiedeva di trasferire la sede del Priorato presso il Santuario stesso ed a fine aprile l’arcivescovo di Gorizia dava il proprio consenso al trasferimento e all’erezione del Monastero sui iuris del Priorato Conventuale di Santo Stefano della Congregazione Benedettina del Brasile dell’Ordine di San Benedetto presso il Santuario di Santa Maria di Barbana in Grado. Lo scorso sabato è stata, come detto, firmata la Convenzione ufficiale con cui, fra l’altro, i monaci si impegnano all’accoglienza dei pellegrini (in particolare dei pellegrinaggi organizzati dalle parrocchie dell’arcidiocesi e di altre diocesi che tradizionalmente vivono la devozione verso la Madonna di Barbana), assicurando la disponibilità per il sacramento della Riconciliazione e la valorizzazione dell’adiacente Casa come centro di spiritualità a favore di sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose, laici e laiche, anche organizzati in gruppo.”La presenza dei monaci benedettini nell’Arcidiocesi – sottolinea la convenzione – costituisce per essa un arricchimento. I religiosi esprimono la loro identità carismatica con la testimonianza della loro vita fraterna, restando fedeli allo spirito dell’Istituto nell’attività pastorale, promuovendo nel popolo di Dio un rinnovato spirito di preghiera, privilegiando la liturgia, evidenziando la centralità della Parola di Dio e promovendo in particolare la lectio divina secondo la tradizione monastica, coltivando una vera devozione alla Madonna”.Il documento precisa anche che “nel Santuario di Barbana non si svolgono attività parrocchiali, né celebrazioni relative ai Sacramenti dell’iniziazione cristiana, al Sacramento del Matrimonio e al Rito delle Esequie, salvo incarico da parte del parroco della Parrocchia S. Eufemia di Grado, del cui territorio fa parte anche l’isola di Barbana, o dell’Arcivescovo”.Essendo il Santuario un ente ecclesiastico civilmente riconosciuto con personalità giuridica canonica e civile, amministratore e legale rappresentante sarà un sacerdote nominato dall’arcivescovo di Gorizia mentre il Priore conventuale, quale superiore della comunità o un monaco da lui indicato, verrà nominato rettore del Santuario.La Convenzione attuale rimarrà in vigore per un triennio; al termine di tale periodo ne potrà essere redatta una nuova della durata di cinque anni, rinnovabili tacitamente.