I simboli della GMG hanno varcato le porte del carcere

Una delegazione di giovani si è recata con il Crocifisso di San Damiano e la Madonna di Loreto nella casa circondariale di Goizia per illustrarne ai detenuti il significato

” Quando torniamo?”Non è cosa da tutti i giorni mettere piede in un carcere. Lo è ancora meno farlo portando a braccia un Crocifisso ed una statua della Madonna tutt’altro che tascabili. I due segni a cui mi riferisco sono il Crocifisso di San Damiano e la Madonna di Loreto (ovviamente due copie) ed il carcere è quello della città di Gorizia.Il passaggio dei due doni dell’Italia alla diocesi di Cracovia, ospitante la GMG 2016, per la nostra città ha dato la possibilità a me, assieme a sei giovani, di visitare i detenuti nella casa circondariale di via Barzellini al fine di spiegare loro la simbologia e la storia di queste due opere importantissime per la cristianità. I due segni si trovavano, in attesa di essere prelevati, nella piccola chiesa della comunità delle Clarisse sita in piazza Sant’Antonio. Dopo il breve malumore suscitato in alcune pie donne in preghiera che non volevano essere private della loro compagnia, ci siamo incamminati verso la nostra meta imboccando via Rabatta.Giunti all’ingresso siamo stati identificati e fatti entrare. Dopo non poche sbarre e porte blindate, giunti finalmente nella sala comune, adibita a Chiesa nelle domeniche, abbiamo deposto i due nostri “compagni di viaggio”.I giovani che ho accompagnato, visibilmente emozionati hanno dato prova di grande sensibilità e volontà di capire le situazioni personali degli ospiti di via Barzellini. Non poco li hanno toccati parole come “se avessimo trovato persone come voi, forse non saremmo qui dentro”, che assieme a molte altre hanno spalancato un vaso di Pandora dentro ai loro cuori.Giovani e meno giovani, soprattutto italiani e un paio di stranieri, in tutto una quindicina di persone hanno assistito alla nostra umile presentazione per poi regalarci emozioni inaspettate. Un’esperienza da fare, qualora non la aveste fatta, da ripetere per chi, come me, l’ha provata solo pochi giorni fa.Non poco mi ha stupito la richiesta dei miei ragazzi non appena usciti: “quando torniamo?”. Ecco che, dunque, il nostro piccolo viaggio nel carcere in compagnia di Gesù e di Maria si è trasformato in un viaggio dentro di noi, una riscoperta di ciò che abbiamo e di ciò che diamo per scontato, un esame di coscienza in un periodo forte come l’Avvento, un capire quanto non basteremo mai a noi stessi.Lorenzo (Responsabile formazione gruppi giovanili Zona pastorale salesiana)

Essere importanti per gli altriCirca un mese fa ci è stata presentata la proposta di tenere un incontro in carcere sui due simboli che stanno girando l’Italia e che poi successivamente verranno donati alla Polonia, perché è il paeseospitante della GMG, ovvero la croce e la Madonna di Loreto. All’inizio ho subito pensato che sarebbe stata un’esperienza nuova da fare, e quindi ho deciso di andarci, successivamente però, mentre stavo imparando le mie parti, ho pensato che forse ai carcerati più di tanto non gli sarebbe interessato questo tipo di incontro e quindi mi sono un po’ sentita in imbarazzo ad andarci, ma nonostante questo non ho rinunciato alla proposta. Mi sono preparata un discorso sulla città di Assisi e sulla figura di Sant’Francesco grazie alle fonti che ci sono state spedite via email.L’incontro è stato molto interessante, c’è stata molta partecipazione sia da parte di noi ragazzi che ci siamo impegnati fino in fondo per fare del nostro meglio, sia da parte dei carcerati che sono stati attenti per tutto il tempo che noi abbiamo parlato fino alla fine senza interromperci.Da questo incontro mi sono rimaste molte cose, innanzitutto ho capito quanto sia importante ogni persona su questa terra, sia una persona libera per le strade sia una persona chiusa in carcere, dopodiché mi sono rimaste impresse sia le facce di tutti loro, sia tutti i loro interventi riguardo i due simboli. Mi sono rimaste inoltre anche le frasi che loro ci dicevano che non c’entravano nulla con i due simboli, una in particolare: “Forse, se avessimo incontrato prima qualcuno come voi, ora molti di noi non sarebbero qui”, questa frase credo che sia entrata in ogni cuore di chi era presente li, specialmente in noi ragazzi perché ci fa capire quanto siamo importanti per gli altri, e che quello che noi stiamo facendo è la cosa giusta da fare. Questa è un’esperienza che vorrei ripetere altre infinite volte, ma è soprattutto un’esperienza che consiglierei a tutti perché da qui si imparano molte cose, capisco che magari l’idea di andare in un carcere e trovarti davanti delle persone che hanno commesso dei reati e non sai nemmeno quali, non è il massimo, ma io invece lo consiglierei a tutti, perché all’inizio avevo pure io paura, ma dopo mi sono sentita accolta da ognuno di loro, e quell’oretta che abbiamo passato lì, insieme a loro, per me è stata un’oretta meravigliosa.Rebecca

Un’esperienza da fareMi aspettavo gente a cui non fregasse niente delle cose di cui parlavamo, gente che fosse stata costretta a stare lì, invece erano tutti interessati e per loro era una cosa facoltativa partecipare. Prima di entrare avevo paura a parlare ma quando sono arrivato lì, davanti a loro era come parlare davanti alla classe, c’è sempre la paura di dire qualche cavolata ma comunque non avevo problemi.Lo scopo per cui eravamo lì era quello di parlarli del Giubileo, della GMG, della Croce di S. Damiano e della Madonna di Loreto ma secondo me la parte più bella è stata la loro condivisione che non era neanche in programma. Ci hanno parlato di com’è stare in carcere, di come lo si vede da fuori e di com’è realmente starci dentro. Uno di loro ci ha anche detto che secondo lui tutti dovrebbero provare a starci dentro, perché ti cambia veramente. Un altro ci ha detto che ogni minima cosa che ti porti da fuori lì dentro può diventare il tuo mondo e questa è la cosa che mi ha colpito di più. È un’esperienza che consiglierei a tutti di fare e se è possibile andare questo mese a fare una messa là dentro quando c’è il vescovo, io farò il possibile per andarci e per convincere gli altri. Luca

L’esempio di altri giovaniCiao, sono Deborah e il primo dicembre sono stata presente alla serata organizzata in occasione del passaggio del crocifisso di San Damiano. La serata secondo me è riuscita molto bene, o almeno a me è piaciuta come è stata impostata, avere il coinvolgimento dei ragazzi che rappresentassero dei personaggi del crocifisso e avere delle testimonianze come è stata quella del ragazzo di Verona, può essere un buon aiuto per i nostri ragazzi; perché avere come esempio dei giovani come loro è molto più incoraggiante e piacevole che un esempio di una persona adulta che possano vedere come obiettivo “lontano”. Inoltre,  la durata delle testimonianze è stata giusta, perché avere un cambiamento da fare dopo alcuni minuti, da il tempo ai ragazzi di distrarsi un attimo e poi riconcentrarsi sul momento successivo,  invece di “annoiarsi” a stare troppo tempo ad ascoltare un sola persona, senza poter distrarsi un momento. Quindi dopo queste considerazioni,  ribadisco il mio piacere per aver partecipato alla serata e spero che vengano organizzate altre serate del genere.salutiDeborah Trezzolani

Un momento intensoLa veglia dell’8 dicembre alla B.V. Marcelliana è stata intensa e istruttiva. Intensa perché è stato toccante pregare sulla croce di san Damiano e davanti la Madonna di Loreto, e istruttiva nel momento precedente a quello passato in chiesa perché sono stati spiegati personaggi importanti per Gesù. La spiegazione, fatta sotto forma di monologo teatrale, ha fatto conoscere ai ragazzi aspetti importanti della loro vita. Dopo questi racconti si è svolta un’attività collegata al personaggio in modo che i ragazzi si mettessero un po’ nei suoi panni. In chiesa invece c’è stata la possibilità di sentirsi più in intimità con Gesù attraverso la preghiera e la confessioni accompagnati dal gruppo corale della parrocchia.Gabriele Comellato