I “frutti” del prendersi cura

I bambini della diocesi, grazie alle loro donazioni raccolte con “Ragazzi Caritas”, progetto sviluppato nel corso del periodo di Avvento, aiuteranno una famiglia dove vivono bambini come loro, a stare un po’ meglio.Grazie ai salvadanai restituiti nel corso dell’incontro conclusivo del percorso, svolto al Palazzetto dello Sport di Cervignano del Friuli il 18 gennaio, sono stati raccolti ben 4.060,50 euro, che andranno appunto ad aiutare un bambino e la sua famiglia, residenti sul territorio diocesano, che in questo momento vivono un momento difficile dal punto di vista economico.La famiglia è stata segnalata dalla parrocchia di Sant’Ambrogio di Monfalcone, che si è fatta carico di amministrare la cifra, creando così anche un bell’esempio di rete di collaborazione tra la Caritas diocesana, le diramazioni sul territorio e le famiglie, segno del lavoro di un grande gruppo, che viene condiviso.Da quest’esperienza sono importanti anche i numeri della solidarietà: all’evento del 18 gennaio hanno preso parte 358 persone in totale, di cui 296 bambini; i salvadanai raccolti sono stati ben 402.”Il bilancio è più che positivo – ha commentato il direttore di Caritas diocesana, Renato Nucera – e sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla grande partecipazione a Cervignano, davvero oltre ogni aspettativa. Sono molto lieto della bella collaborazione messa in atto con sacerdoti e catechisti lungo questo percorso, che aveva lo scopo principale di far riflettere i più giovani all’importanza dell’essere solidali nei confronti dei propri compagni e amici, di come sia fondamentale non pensare solo a sé stessi ma volgere lo sguardo a chi ci sta accanto, essere “un cuore che vede”.Il calendario di Avvento sicuramente verrà riproposto in nuove forme, perché crediamo sia un programma vincente per relazionarsi con i più piccoli e arrivare a toccare le loro corde, facendoli diventare veri protagonisti di questo cammino. Oltre a ciò, avere uno scopo, una motivazione, diventa aggregante e fa incontrare tanti amici. È una possibilità che noi diamo, quella di incontrarci insieme, tutti, pensando agli altri. In un mondo oggi molto individualista, credo che un percorso di questo tipo faccia bene sia a loro, che ai loro famigliari, coinvolti nell’iniziativa”.