Formarsi per aiutare

Al corso che si è tenuto presso l’oratorio S.Michele di Monfalcone, hanno partecipato circa una trentina di persone provenienti dalle varie parrocchie del decanato, diverse già impegnate nei gruppi Caritas, altre per conoscere questa importante dimensione della vita comunitaria e per eventualmente impegnarsi in seguito. Lo scopo del corso, oltre ad approfondire la formazione di chi già opera nel campo della carità, era proprio quello di ampliare, di coinvolgere in questo servizio, persone nuove delle varie comunità. Il primo incontro tenuto da Paolo Zenarolla vice direttore della Caritas di Udine,ha voluto sottolineare la funzione pedagogica della Caritas, come l’aveva pensata negli anni ’70 il papa Paolo VI. Oltre a cercare di risolvere i problemi immediati che le realtà di povertà ci presentano, lo sforzo era quello di coinvolgere tutta la comunità parrocchiale, fare in modo che il problema sia condiviso da tutti e non delegato a pochi. Aiutare a far scoprire ai fedeli, il volto dei poveri, ed in esso vedere il volto di Gesù: il povero così diventa segno, sacramento! Parlare ai parrocchiani delle situazioni di bisogno che ci sono, dar voce con la nostra attenzione ad esse, superando pregiudizi e superficialità, per far crescere così tutta la comunità nella testimonianza dell’amore di Dio verso i fratelli. Il relatore è ritornato poi nel quarto incontro in cui ha tracciato le qualità del volontario e ha illustrato alcune opere segno come concretizzazione dell’azione pastorale della carità. Interessanti anche gli altri due incontri tenuti dalla dott.ssa Agnese De Santis assistente sociale e responsabile del centro di ascolto diocesano di Gorizia  Ha parlato della funzione dell’ascoltare e dell’accogliere, attraverso la presa in carico delle storie di sofferenza che ci sono dietro i volti delle persone che arrivano ai nostri centri, di uno stile di accompagnamento fatto di conoscenza, di osservazione, di discernimento, di relazione che si attua poi in un progetto con degli obiettivi. Ed in questo il volontario non deve sentirsi solo, ma lavorare in equipe, rivolgendosi magari alla comunità parrocchiale, alla Caritas diocesana, ma anche creando un collegamento, una rete, con i servizi pubblici e territoriali ai quali orientare le persone.  La dott.ssa De Santis ha spiegato molto bene l’approccio alla persona attraverso il colloquio, che deve essere fatto con empatia, con l’attenzione dovuta, con domande non di giudizio, in maniera interattiva e cercando insieme poi una strada e delle azioni concrete. In ognuno di questi incontri non è mancato il coinvolgimento dei partecipanti, nella seconda parte delle serate i presenti sono stati divisi in gruppetti e hanno dato vita a dei “laboratori”, sperimentando su di essi i concetti ascoltati in precedenza. L’ultimo incontro è stato curato da due rappresentanti dei Servizi Sociali dell’Ambito Basso Isontino che hanno presentato l’organizzazione dei servizi sociali, in particolare quelli riguardanti il Comune di Monfalcone, l’accesso agli aiuti ed i rapporti tra le Caritas ed i servizi. Una esaustiva spiegazione sulle Misure di integrazione al reddito, su quello di inclusione e di cittadinanza, sugli strumenti di programmazione del sociale, sul servizio di assistenza domiciliare, sull’assistenza vittuaria, sul fondo per l’autonomia possibile ed infine un quadro della situazione che riguarda il fenomeno delle badanti a domicilio, degli assistiti disabili e anziani nella propria casa, con un accenno allo strumento del telesoccorso ed alla figura dell’amministratore di sostegno.

Al termine del quinto incontro del corso, tutti hanno espresso la loro soddisfazione per i contenuti e per le informazioni apprese, per la conoscenza tra di loro e per la crescita nella formazione personale utile per la qualità e lo stile del proprio servizio. Infine il direttore della Caritas diocesana il diacono Renato Nucera ha consegnato ai presenti l’attestato di partecipazione al corso, ringraziando tutti per il loro impegno e disponibilità dimostrata.