Fondo Scrosoppi: una mano tesa dalla diocesi

Dopo aver annunciato negli scorsi mesi il suo avvio, oggi il Fondo Scorsoppi è una vera e propria realtà. A seguito della prima riunione del Comitato di Gestione – che ha visto anche la presenza dell’arcivescovo Carlo – sono stati infatti erogati i primi quattro contributi ad altrettanti richiedenti e alle loro famiglie, andando così a “sollevare” situazioni difficili, causate dalla perdita del lavoro o dalla riduzione dello stipendio, dovute alla crisi economica che si è generata con lo stop alle attività reso necessario dall’attuale pandemia.Con don Stefano Goina, vicario episcopale per la Carità e presidente del Comitato di Gestione, abbiamo fatto il punto della situazione, cercando anche di comprendere quali siano le categorie in questo momento più in difficoltà e che hanno chiesto un aiuto per cercare di uscire dall’impasse che improvvisamente li ha colpiti.

Don Stefano, ripercorrendo brevemente i passi che hanno portato all’avvio del Fondo Scrosoppi, su cosa si fonda e quali sono le sue caratteristiche?L’iniziativa del Fondo Scrosoppi è stata avanzata dall’arcivescovo Redaelli, guardando anche ad altre realtà diocesane in Italia che avevano lanciato o stavano lavorando a progetti simili. Si è partiti consapevoli non solo che il percorso realizzativo avrebbe richiesto del tempo dal punto di vista burocratico, ma soprattutto che i problemi “reali” sarebbero emersi non nella prima parte della pandemia ma proprio ora, con la “seconda ondata” che stiamo vivendo ed effettivamente poi è stato così.Punto di forza del Fondo Scrosoppi è certamente l’alto coinvolgimento di partner nel progetto, con i quali si è da subito partiti ragionando insieme sui passi da fare, su quali bisogni ci sarebbero stati, su come sviluppare il Fondo, su quali necessità sarebbero state da questo richieste…Gli enti e associazioni che aderiscono e sostengono il Fondo, pubblici e privati, sono veramente espressione del territorio: oltre all’Arcidiocesi e alla Caritas troviamo infatti la Camera di Commercio, le Acli provinciali, la Fondazione Carigo e ancora associazioni di categoria, istituti bancari…Tramite poi decreto dell’arcivescovo, il Fondo è stato istituito, strutturandolo in due organismi, ovvero il Consiglio di Indirizzo e il Comitato di Gestione.

Ricordiamo come poter fare per avanzare la propria richiesta…Tutto il materiale è disponibile sul portale dell’Arcidiocesi, dove possono essere sfogliati il decreto di costituzione, lo statuto e soprattutto il regolamento; di particolare rilevanza e utilità, la sezione delle FAQ, dove si possono trovare nel dettaglio tutte le informazioni per sapere se, per il proprio particolare caso, sia possibile presentare la richiesta per accedere al Fondo e come poter fare per avviarla.Lo “strumento” quindi attraverso il quale entrare in contatto e istruire le pratiche, sono i Centri di Ascolto parrocchiali della Caritas dislocati sul territorio diocesano (vedi riquadro a fondo pagina).Per il sostegno alle situazioni che si presentano, fondamentale è proprio l’aiuto che arriva dalle reti dei Centri di Ascolto Caritas: il Fondo Scrosoppi è infatti solo uno dei tanti modi con cui l’Arcidiocesi di Gorizia cerca di essere vicina alle persone. Non siamo in concorrenza ad esempio con i contributi statali; è un supporto ulteriore a quello che ci può essere e i Centri di Ascolto aiutano anche in questo, a capire se ci sono in famiglia situazioni di fragilità, o la presenza di minori, elementi che possono portare alla richiesta anche di ulteriori sostegni previsti per queste particolari situazioni.

Quante le richieste e quali i settori lavorativi più colpiti dall’emergenza? Che necessità sono emerse?Sono state presentate e accolte al momento quattro domande, le cui pratiche appunto erano state impostate e avviate proprio presso i Centri di Ascolto. Per il 75% si tratta di famiglie che hanno subito una forte contrazione della busta paga o la perdita del lavoro nel settore Turistico – Alberghiero. Nella nostra zona, in particolar modo sul goriziano, di industrie oggi ce ne sono poche. Negli ultimi anni invece ha fatto un grande salto proprio il settore Turistico – Alberghiero, sul quale si è puntato molto; in questa improvvisa crisi quindi è uno dei settori che più di tutti ha risentito del contraccolpo.Il restante 25% delle domande arrivate presenta una situazione di perdita del lavoro e fine della cassa integrazione, con il termine dei sussidi previsti dallo Stato.Le necessità sono riassumibili in un semplice concetto: con 100 o 200 euro al mese una famiglia non può vivere dignitosamente. Ci troviamo davanti a situazioni che vedono la totale o quasi mancanza di entrate.

Che durata ha il sussidio fornito dal Fondo?I sussidi vengono erogati mensilmente, per tre mesi, e sono definiti sulla base del numero di componenti del nucleo famigliare. In questi primi casi sono stati erogati sussidi da 500 e 600 euro.Il regolamento prevede la possibilità di richiedere l’estensione del contributo per ulteriori tre mesi: l’indicazione del Comitato di Gestione è che ci sia un’iniziativa da parte delle persone ad avanzare la richiesta di prolungamento qualora la situazione di bisogno purtroppo persista. Un modo questo anche per reiterare la domanda senza troppi passaggi burocratici.Quello a cui desidera arrivare il Fondo infatti è anche una forte “sburocratizzazione”, facendo sì che passi meno tempo possibile tra la presentazione della domanda, l’accettazione e l’erogazione del primo contributo.

Cosa alimenta il Fondo Scrosoppi?Un grande e importante contributo, pari a circa 180.000 euro e fondamentale per avviare il progetto, ci è stato dato dai Fondi 8xmille della CEI, attribuito all’Arcidiocesi proprio per l’attuale emergenza emersa dalla crisi sanitaria in atto; ci sono poi offerte pervenute direttamente dai sacerdoti diocesani, dalla Cassa Rurale del Friuli Venezia Giulia e dalla Banca di Credito Cooperativo di Turriaco, da numerosi Enti e dalla generosità di tanti privati che hanno a cuore chi sta passando un momento complicato.Ricordiamo che il Fondo Scrosoppi rimane aperto alla partecipazione, alle nuove idee che volessero essere presentate e alle donazioni di chiunque volesse offrire il proprio appoggio.

Quali i prossimi impegni del Comitato di Gestione e dello stesso Fondo Scrosoppi, anche in vista del prolungamento della situazione di emergenza?Ci incontreremo il terzo lunedì di ogni mese e al momento gli incontri sono fissati fino a giugno. Vedremo poi come evolverà la situazione. Di volta in volta verranno analizzate le nuove domande che arriveranno e le richieste di prolungamento che verranno avanzate.Vorremmo inoltre ampliare maggiormente la rete di collaborazione con i Servizi Sociali dell’Ambito Alto e Basso isontino, nonché dei territori diocesani che rientrano sotto le competenze provinciali di Trieste e Udine, per far conoscere ancora di più questa iniziativa, far sapere a chi ne potesse aver bisogno che esiste anche questa possibilità.

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I punti di ascolto nei decanati

Per poter accedere ai benefici del Fondo Scrosoppi il primo punto di riferimento è rappresentato dai Punti di ascolto disponibili sul territorio diocesano.È possibile fissare un appuntamento chiamando il numero di telefono 3273132745 nelle giornate dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 14 e dalle 15 alle 18.00 o mandare una mail a fondoscrosoppi@arcidiocesi.gorizia.it, questo per rispettare la normativa vigente finalizzata alla riduzione del contagio del virus COVID-19 e alla riduzione degli assembramenti.Il colloquio per beneficiare del Fondo si svolgerà presso uno dei seguenti punti di ascolto a seconda del luogo di residenza o domicilio dei richiedenti:- Per il decanato di Gorizia e S. Andrea mercoledì dalle 16 alle 17 presso il Centro di Ascolto diocesano di Via Garzarolli 131 a Gorizia;- Per il decanato di Monfalcone – Ronchi – Duino martedì dalle 18 alle 19 presso il CdA parrocchiale di Staranzano in via De Amicis, 10;- Per il decanato di Aquileia – Cervignano – Visco mercoledì dalle 10 alle 11 presso la Parrocchia di Cervignano via G. Verdi, 2;- Per il decanato di Cormons – Gradisca lunedì dalle 17.30 alle 18.30 presso la Parrocchia di Cormòns via Pozzetto 4.