Fare memoria per fare Pasqua

Forse anche per un po’ di egoismo e amor proprio… mentre il mondo incontra “la festa”, io mi scontro con “il lavoro”. E poi, per quel poco che resta del vero Natale del Signore…. All’incontrario, le feste dei primi giorni novembrini mi scuotno, scuotono la mia fede nella Trinità e la mia fiducia nella Chiesa.Fare memoria di tutti coloro che hanno oltrepassato la soglia tra il terrestre ed il celeste significa fare la Pasqua! Ora, mentre Cristo ha vinto la morte ed è stato risuscitato dal Padre nella sua totalità, noi, uomini e donne, concediamo al nostro corpo di attendere, nelle viscere della terra, e siamo onorati che la nostra vita, proprio a causa della risurrezione messianica, ha un continuo ed eterno proseguo. E questo è il senso della solennità di Tutti i Santi e della Memoria dei fedeli defunti. Entrambi vivono nell’Infinito di Dio: i primi nella lode, i secondi dell’attesa. La festa di Ognissanti è una festa pasquale; ed è collocata giustamente in questo periodo, l’autunno. E’ ora che le foglie cadono e gli arbusti danno l’impressione di morire, ma nessuno di noi dubita che questo è soltanto un riposo invernale. La morte corporale  degli uomini e la conseguente sepoltura (non apro il capitolo della cremazione e tanto meno della – scusate, se lo dico – poco nobile e rispettosa moda di tenere le ceneri in casa) non sono altro che l’autunno dell’uomo che, mentre si spoglia del corpo, ornato di mille fasi e colori e carnagioni e stadi di età e …., si pone in attesa che passi l’inverno buio e freddo del sepolcro. E sono convinto (o almeno spero) che anche in questo caso nessuno mette in dubbio che questa morte è soltanto apparente e che la primavera di risurrezione arriverà, secondo le parole di Giovanni nell’Apocalisse, nel cap. 21-22.Papa Francesco ha appena firmato la sua ultima Enciclica – Fratelli tutti! I soliti contestatori ed oppositori lo stanno già calunniando con termini di condanna per il suo contenuto populistico, a-cattolico e socialistico. Beh, inviterei questi Signori, che hanno tanta difficoltà ad essere meno aristocratici e superiori e scendere dal piedestallo, a fermarsi di tanto in tanto davanti l’ingresso di un Camposanto. Quante persone mi dicono, prima o dopo un funerale: “Don, qui c’è l’unico luogo, dove la giustizia è sovrana! Qui tutti sono uguiali.” Si, tutti siamo fratelli! E se non vogliamo capirlo in questo tempo, lo capiremo perfettamente nel prossimo. E noi unitalsiani abbiamo capito che siamo tutti fratelli e sorelle, indistintamente se seduti sulla sedia o sulla carozzina, se alettati o in mobilità, se presenti in questo mondo o già oltrepassati la porta dell’eternità?