Ecologia e spiritualità: impegnativo confronto da continuare

La lettura dell’enciclica “Laudato sì” -ma anche dei più recenti interventi incisivi di papa Francesco (primo fra tutti quello all’Onu o negli Stati Uniti, senza dimenticare il discorso ai gruppi sociali o alle nazioni dell’America Latina) – assume una fondamentale attualità per l’esperto di economia, per il politico, per l’amministratore, proprio perché si inserisce dentro alle problematiche della scienza, della politica e delle istituzioni. Il mondo scientifico ha dimostrato di avere colto nella visione che il Papa attribuisce appunto a quella comunità umana che tiene insieme la salvaguardia del creato, rimette al centro i poveri e gli ultimi, propone uno sviluppo sostenibile e un governo unitario dell’economia e della politica.Una utile documentazione ha avuto luogo nel corso dell’incontro che l’arcivescovo ha proposto ai politici e amministratori all’oratorio S.Valeriano di Gradisca dove i presenti hanno avuto modo di ascoltare e confrontarsi con una acuta riflessione sul tema “Ecologia e spiritualità” guidato da padre La Rivera, gesuita, bocconiano, scrittore de “La Civiltà cattolica” e animatore del centro Veritas a Trieste.Una verifica, possibile, è il riferimento ai principi che impegnano le Nazioni Unite a raggiungere obiettivi di sostenibilità dello sviluppo: diciassette capitoli (contrasto ad ogni forma di povertà, fame-zero, salute, qualità dell’educazione, uguaglianza, gestione dell’acqua, emergenze economiche, crescita economica e infrastrutturale, disuguaglianze, clima, cura degli oceani, contro la desertificazione, formazione di società inclusive, cooperazione internazionale) che, a loro volta, si sviluppano in sottotemi altrettanto urgenti e impegnativi. Strategie e politiche che vanno di pari passo con la cultura della casa comune, con la promozione dell’economia circolare e che si trovano in alcuni principi operativi (sicurezza, sviluppo, sostenibilità, solidarietà, subordinazione dei fini, sfida educativa…) ma che abbisognano sempre di una profondo scambio che può certamente essere assicurato solo dalla politica, intesa come ricerca del bene comune (che non è mai sommatoria di beni individuali), della politica della complicità, dell’arte del negozio nato.A tale processo, come dimostra la lettera enciclica e gli interventi del papa Francesco, un ruiolo positivo può essere dato dalle religioni; contributo positivo là dove si chiede il superamento della cultura dell’indifferenza, della cultura dell’esclusione, della cultura dello scarto e della morte, per invece promuovere appunto la cultura della casa comune, della circolarità, l’educazione al godere del bene di tutti… Operazioni -ha subito fatto presente qualche amministrsatore fra i presenti- che ci impegnano ad assumere una cultura della globalità anche quando decidiamo per il bilancio del condominio dove viviamo; un invito a vivere appunto la globalizzazione, a integrare nelle diverse economie anche “gli scarti” in una logica nuova che il Papa Francesco riassume in tre parole: Terra, casa, lavoro nel discorso recente in occasione della consegna del premio Carlo Magno.