E se una notte un musical: crescere insieme col teatro

Era il 2012 quando un primo gruppetto formato da giovani responsabili di alcuni gruppi teatrali di parrocchie e oratori  sparsi nella diocesi di Gorizia, in seguito a qualche chiacchierata davanti a una pizza, decise d’imbarcarsi nell’ennesimo progetto di sicura fatica e incerti risultati: raccogliere la comune passione per il teatro e portarla in scena tutti insieme, realizzando uno spettacolo che fosse un’esperienza condivisa per tutti gli interpreti e mettesse in luce non solo i rispettivi talenti ma soprattutto la voglia di conoscersi e stare insieme.Si trattava però di un ottimismo motivato, visto che quattro anni dopo siamo ancora qui e la voglia non è passata!Dopo la prima edizione ospitata a Cervignano, abbiamo proseguito a Cormòns e Monfalcone: il 2016 vedeva quindi arrivare il turno di Gorizia.Anche in questo caso, con un po’ di timore ci affacciamo al percorso burocratico per ottenere il sospirato e desiderato Teatro Verdi: grazie al sostegno deciso e decisivo di alcuni amici che ringraziamo (citiamo in particolare Roberto Vecchio, don Nicola Ban della Pastorale Giovanile Diocesana e l’assessore Guido Germano Pettarin del Comune di Gorizia) questo tassello determinante va pure lui al suo posto: E se una notte un musical, anche quest’anno, si farà.Il tempo scorre e si avvicina il fatidico 21 febbraio. Per ogni compagnia arriva il momento di valutare il repertorio: cosa scegliere per fare bella figura? Il tempo a disposizione per ogni singolo gruppo non è molto, bisogna adoperarlo attentamente cercando di valorizzare tutti gli attori e senza mai annoiare un pubblico bendisposto ma che non è quello casalingo di ciascuna compagnia. In più, ci vuole anche una cornice che colleghi ogni storia.Del resto, se c’è qualcosa che non manca, è senz’altro la fantasia. Presto fatto, dunque: Agnese si mette all’opera su un copione, tutti i registi si presteranno a interpretare i personaggi di Grease e manovrando uno spettacolare juke-box governeranno l’avvicendamento dei vari gruppi. Che spasso per i loro attori vedere alle prove che anche i registi sbagliano le battute…o, forse, non le studiano proprio!Ecco quindi qualche cenno sulle performance dello spettacolo: i primi a esibirsi sono gli Amici di Alice (parrocchia di san Giuseppe, Monfalcone). La compagnia comprende numerosi bimbi, ragazzi e anche alcuni adulti: insieme, partendo da La Bella e la Bestia, trasportano il pubblico in alcuni Musical a pezzi, frammenti di un brillante repertorio formatosi nell’arco di dieci anni. Seguono i Rompiscena (Cormòns): il gruppo di giovani propone con l’energia di sempre un classico del musical italiano, Aggiungi un posto a tavola, che raccontato da loro già lascia intravedere l’umorismo di una storia riscritta con gli occhi di oggi. È il turno delle Briciole d’Arte (Cervignano): anche in questo caso una compagnia tutta di giovani elementi che, con costumi variopinti e curatissimi, hanno portato sul palco un benianimo di tanti bambini (e non solo): l’orco Shrek, accompagnato da altri protagonisti delle favole in un susseguirsi di canzoni e battute. Chiudono il primo atto i Rompini, fratelli più piccoli dei Rompiscena cormonesi. Più piccoli ma non meno vivaci: una coreografia sulle note di un’insolito medley ci trasporta in un mondo di sentimenti contrastanti e ripropone la tipica domanda collegata alle emozioni di ogni adolescente: Cosa ti passa per la testa?Aprono il secondo atto, tutto goriziano, i Tubi Innocenti (parrocchia dei ss. Ilario e Taziano). Il cast, con i suoi giovani attori di grande impatto visivo grazie a costumi, trucco e acconciature, ci accompagna nel mondo de Il Mago di Oz con abbondanza di canzoni e coreografie. Ecco poi i Boropalco (parrocchia di San Rocco) che propongono invece un testo scritto dal regista Luciano, Monotipo o stereotono: una serie di domande interrogano in profondità lo spettatore, proponendo una riflessione sul contrasto tra realtà e apparenza. Infine, gli Oltresipario (Unità pastorale salesiana) portano in scena alcuni momenti de La Famiglia Addams, con gli storici componenti, antenati spettrali e nuovi amici. Tra canzoni e coreografie, anche uno spettacolo sulla famiglia più tetra del mondo può risultare spassoso e coinvolgente.Il finale di questa quarta edizione vede come sempre tutti gli attori sul palco: tra bambini, ragazzi, giovani e adulti sono più di centoventi le persone esibitesi assieme, che salutano il pubblico con un pezzo tratto da Grease, “Noi stiamo insieme”, un augurio e un proposito per tutte le compagnie presenti a continuare l’esperienza.Non si poteva evitare di soffermarsi sulle rappresentazioni, ma sono solo la punta dell’iceberg quando si tratta di E se una notte un musical. Impossibile dimenticare tanti altri ingredienti: l’atmosfera agitata dei camerini, i veterani dei vari gruppi che ormai si conoscono e si divertono fra loro, mentre le nuove leve osservano quasi sconvolte la babele che li circonda, la pazienza infinita e la perizia dei tecnici che risolvono i dubbi dell’ultimo minuto…e sono solo alcuni spunti.C’è la festa tutti insieme, ormai tradizionale, alla vigilia dello spettacolo: si balla e si canta, sulle note di pezzi di musical ma anche delle hit di oggi, perché, come è giusto che sia, più forte di tutto è il desiderio di stare insieme, esprimendo la gioia di condividere un impegno che è anche piacere, questo mondo del teatro che, anche nelle parrocchie della nostra diocesi, chiama a raccolta forze e talenti per dare sfogo alla creatività in modo sano e costruttivo. Tanti applausi in platea e tanti sorrisi su un palco affollatissimo: così si è chiusa domenica la quarta edizione di E se una notte un musical. Qualcuno aveva come sempre gli occhi lucidi, tutti eravamo stanchi morti e in tanti già iniziavamo a fare il conto alla rovescia: arrivederci al prossimo anno.