Coraggio apostolico, umiltà evangelica, orazione fiduciosa

“Coraggio apostolico, umiltà evangelica e orazione fiduciosa”: sono le tre virtù richieste da Papa Francesco ai 270 padri sinodali. Come nel discorso di apertura dell’anno scorso, è “parresia” la prima parola risuonata in aula, quando il Papa ha esortato i padri riuniti per la prima Congregazione generale della XIV Assemblea generale ordinaria del Sinodo sulla famiglia a “leggere la realtà con gli occhi della fede e con il cuore di Dio”. Perché il “deposito della fede” non è “un museo da guardare e nemmeno solo da salvaguardare, ma è una fonte viva alla quale la Chiesa si disseta per dissetare e illuminare il deposito della vita”. “Senza ascoltare Dio tutte le nostre parole saranno soltanto parole che non saziano e non servono”, ha ammonito Francesco: “Senza lasciarci guidare dallo Spirito tutte le nostre decisioni saranno soltanto delle decorazioni”. Il Sinodo “non è un Parlamento”, dove “per raggiungere un consenso o un accordo comune si ricorre al negoziato, al patteggiamento o ai compromessi”: è una “esperienza ecclesiale”, uno “spazio protetto” dove la Chiesa “sperimenta l’azione dello Spirito Santo” e risponde ad un Dio che “sorprende sempre”, che è “sempre più grande delle nostre logiche e dei nostri calcoli”. Il Sinodo “non si lascia impaurire né di fronte alle seduzioni del mondo”, né di fronte “all’impietrimento di alcuni cuori” che “allontanano le persone da Dio”. Non vuole “puntare il dito contro gli altri per giudicarli, ma tendere loro la mano per rialzarsi senza mai sentirsi superiori ad essi”.