“Come sei nel campo, così sei nella vita”

Il percorso formativo proposto quest’anno agli operatori pastorali della Diocesi ha preso avvio mercoledì 15 novembre, presso la sala teatro della Parrocchia di San Nicolò a Monfalcone. Una sala gremita di consiglieri dei C.Pa.Pa. Ma anche di educatori, catechisti e insegnanti di religione ha ascoltato con grande attenzione e partecipazione i due testimoni, chiamati a discutere con la sala del primo tema proposto per scandagliare il mondo giovanile: i giovani e lo sport.I testimoni invitati a questo primo prezioso appuntamento sono stati Giulio Giacomin, allenatore dell’Udinese Primavera e don Alessio Albertini, consulente ecclesiastico nazionale del Centro Sportivo Italiano, coordinati dalla prof.ssa Elisabetta Madriz.Dopo un breve momento di preghiera iniziale e il saluto dell’arcivescovo, ha aperto la serata la proiezione di un filmato realizzato con alcuni spunti sul tema tratti dalle lettere che i giovani scrivono all’Arcivescovo in occasione della loro cresima. I temi che lo sport evoca sono senz’altro la passione, l’impegno, la fatica, la dedizione, il successo e il risultato, così come anche la sconfitta, la delusione, il sogno che si infrange. A questi importanti temi educativi è stata dedicata, nella forma dell’intervista, la chiaccherata con i due testimoni.”Sono stato anch’io uno di quei ragazzi che non vedeva l’ora di andare sul campo a giocare” ha affermato Giacomin, “come nei racconti del filmato che abbiamo visto”. E oggi Giacomin allena la squadra Primavera dell’Udinese, scopre e coltiva talenti, li mette alla prova e li accompagna anche nelle sconfitte. “Vedo i ragazzi di oggi molto soli, molto isolati. E’ come se lo spogliatoio, e quel che esso comportava in termini di relazioni, non esistesse più”. Gli fa eco don Albertini, ricordando i suoi esordi nel cortile sotto casa, a Milano, dove “iniziavi a giocare a pallone la mattina e alle otto di sera eri ancora lì”. Dove coltivavi amicizie e sogni, dovi il pallone era un mezzo che metteva in comunicazione subito, dove ti scontravi e ti riappacificavi, dove coltivavi umanità.In un serrato confronto sull’oggi dello sport e sui suoi valori, don Albertini chiude dicendo “non diamo allo sport compiti e finalità che esso non ha” ma riconosciamo la valenza educativa e formativa delle figure sportive che sono gli allenatori, che stanno ogni giorno accanto ai ragazzi, li ascoltano, li motivano, li spingono verso i traguardi di crescita. Spesso lo sport è autoreferenziale, è vero, conferma Giacomin: “Il mondo del calcio è fatto anche dalla società sportiva, dai vari manager, dai procuratori: non sempre queste dinamiche del calcio pre-professionale rendono facile il lavoro educativo”. La parte più importante per chi ha compiti educativi nello sport o, meglio, attraverso lo sport? Portare avanti i sogni, accompagnare i giovani fino alla soglia della loro autonomia, lasciare che siano loro a rischiare, a metterci del loro perchè “io non posso tirare il rigore al posto tuo”. Ma quando si tira quel rigore, c’è su di sè la responsabilità di tutta una squadra. Ecco il compito degli adulti, allora: essere esempio di adulto significativo, che si mette in ascolto, che fa delle scelte e le porta avanti, che sa appassionarsi alle cose che piacciono ai ragazzi, che le vive con entusiasmo e con responsabilità. Perchè, come diceva Nereo Rocco: “come sei nel campo, così sei nella vita”.