Bambini e ragazzi

Nei giorni scorsi ho avuto la possibilità di partecipare alla XVI assemblea nazionale dell’Azione Cattolica Italiana. E’ stato un incontro diverso dal solito caratterizzato da un traguardo importante: i 150 anni della nostra associazione.Non erano presenti solo presidenti diocesani, vice giovani, educatori, ma anche i nostri giovani bambini e ragazzi che ho il piacere di rappresentare e che, fin da subito sono stati i veri protagonisti dell’assemblea portando con sè tanta gioia. Il venerdì al nostro arrivo ,ci hanno dato un caloroso saluto. Aiutati dagli educatori, i ragazzi hanno percorso il cammino dell’ Acr presentando gli inni che hanno fatto la storia, e ad ogni canto  salivano sul palco con una lettera gigante. Dopo aver cantato e ballato insieme a loro, una grande parola colorata è apparsa davanti a noi: Benvenuti!I ragazzi, oltre ad aver animato le nostre giornate, sono stati molto partecipi dell’assemblea. Il primo incontro importante è stato sicuramente quello con il nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.”Tutti i bambini che nascono e vanno a scuola in Italia sono Italiani, anche se i loro genitori sono stranieri. Questo deve essere riconosciuti. Così ameranno di più la terra dove sono nati”. Inizia così il manifesto Bambini d’Italia che il Serming e il suo fondatore, Ernesto Olivero, hanno elaborato in attesa di una più articolata dichiarazione legislativa. Ma per questo manifesto non ha promotori gli adulti e si conclude con un appello: “Cominciamo dai bambini perchè si sentano fratelli e sorelle d’Italia!”Invito che è stato raccolto anche dai bambini e dei ragazzi che, a nome di tutti gli Acierrini d’Italia hanno presentato al presidente. Un appello che nasce dall’esperienza di molti di loro: a scuola, tra gli amici, nello sport i più piccoli sono esperti di integrazione, di confronto e di dialogo.I bambini e i ragazzi dell’AC, anche grazie alla possibilità di promuovere la campagna Bambini d’Italia, sono impegnati in questa direzione per vivere insieme ai giovani e agli adulti un’AC “in uscita”, capace di alleanze, fermento di comunione.Per noi educatori poi le parole del Papa sono state una conferma del nostro impegno in parrocchia:”Vi invito a portare avanti la vostra esperienza apostolica radicati in parrocchia, che non è una struttura caduca, perché è presenza ecclesiale nel territorio, ambito dell’ascolto della Parola, della crescita della vita cristiana, del dialogo, dell’annuncio, della carità generosa, dell’adorazione e della celebrazione”. È l’esortazione del Papa, che nella parte centrale del discorso rivolto all’Azione Cattolica Italiana, ha rivolto ai 100 mila fedeli presenti in Piazza San Pietro. La parrocchia, ha spiegato Francesco, “è lo spazio in cui le persone possono sentirsi accolte così come sono, e possono essere accompagnate attraverso percorsi di maturazione umana e spirituale a crescere nella fede e nell’amore per il creato e per i fratelli”. “Questo è vero però solo se la parrocchia non si chiude in sé stessa, se anche l’Azione Cattolica che vive in parrocchia non si chiude in sé stessa – il monito del Papa – ma aiuta la parrocchia perché rimanga in contatto con le famiglie e con la vita del popolo e non diventi una struttura prolissa separata dalla gente o un gruppo di eletti che guardano a se stessi”. “Per favore, questo no!”, ha aggiunto salutato da un applauso.Ma la partecipazione degli Acierrini non si è fermata qui: hanno  presentando alcuni emendamenti per noi Giovani e Adulti chiedendoci di assumerci la responsabilità e una volta a casa, di rispettarli. Personalmente posso dire che l’incontro con il Santo Padre è stata un emozione unica. Come lo è stato rivedendo gli amici del campo nazionale, dei seminari e dei convegni. Le nuove amicizie, inoltre, che si sono viste sbocciare davanti ad un piatto di Amatriciana e ad un bicchiere di vino hanno visto nascere un gemellaggio Gorizia-  Cesena. E’ questa la bellezza della nostra associazione: sentirsi parte di una Grande Famiglia.1, 2, 3, 4, 5, 6…Ciao!