Azione cattolica: proposta attuale per le Chiese locali

I presidenti diocesani di Azione cattolica della 15 diocesi di Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Veneta già da tempo hanno iniziato a confrontarsi sul tema del rapporto tra Ac ed i cambiamenti che si stanno avendo nelle varie Chiese locali del Nord-est. Fra tali cambiamenti due, in particolare, influiscono molto sulla vita associava con riflessi che destano attenzione se non addirittura preoccupazione: la “riorganizzazione territoriale” all’interno delle singole diocesi ed i nuovi cammini di iniziazione cristiana.Sembrerà banale a prima vista ma per scelta statutaria, oltre che per la lunga tradizione alle spalle, l’Azione cattolica si è sempre fortemente radicata nel territorio attraverso i vari gruppi ed associazioni parrocchiali, questo ha comportato un grande investimento di risorse ed energia nel cercare di corrispondere da una parte alle esigenze di formazione di bambini, ragazzi, giovani ed adulti e dall’altra alle proposte pastorali formulate dalla Chiesa locale.Le forme di unione o collaborazione fra parrocchie – che da anni in diverse diocesi si sta portando avanti – porta l’Azione Cattolica di tutto il nord-est ad interrogarsi su quale strada sia opportuno scegliere: rimanere ad operare nelle singole parrocchie o iniziare ad attivare esperienze di associazioni interparrocchiali in modo da seguire la “riorganizzazione territoriale” che le diocesi si stanno dando? Questo comporta un profondo ripensamento della programmazione associativa ma comporta altresì radicali cambiamenti nel modo di relazionarsi con i sacerdoti innanzitutto e con le persone alle quali da sempre l’Ac si rivolge per proporre la sua esperienza formativa.Ad incrociarsi con questo vi è un altro tema al centro di forti ripensamenti del modo con cui tradizionalmente è sempre stato proposto: l’iniziazione cristiana.È ormai chiaro che non sono più sufficienti i soli percorsi classici di catechismo in preparazione ai sacramenti ma che la formazione cristiana va fatta con percorsi permanenti, continuativi, in cui i sacramenti segnano tappe di crescita di questo cammino. In Azione Cattolica questo tipo di impostazione è alla base dei percorsi di formazione che ogni anno vengono proposti nei vari gruppi: sono modalità ben collaudate che però oggi si trovano a dover confrontarsi con le proposte che portano avanti anche i vari uffici catechistici diocesani, con cui i rapporti non sono sempre facili. Molte scelte fatte infatti rischiano di creare delle sovrapposizioni e di portare all’impossibilità di proporre in maniera adeguata l’esperienza associativa, causando una riduzione di significatività dei gruppi. D’altra parte questo rischia di portare ad un impoverimento di quella che è la naturale vitalità delle comunità cristiane sa consideriamo, come anche dalla Chiesa stessa più volte ribadito ribadito, che le associazioni e movimenti laicali sono frutto dello Spirito.L’Azione cattolica diocesana è impegnata dunque in questo tempo nell’approfondire questi aspetti cercando di mettere in evidenza potenzialità e criticità; tutto questo ribadendo, però, in ogni caso quanto ancora oggi sia attuale la proposta formativa dell’Ac nei suoi contenuti, negli obiettivi, nelle finalità a servizio della chiesa locale nelle sue varie espressioni.