Attenzione vocazionale: il tempo di una fase 2
6 Maggio 2020
Con lunedì 4 maggio è iniziata la tanto attesa “fase 2”, proprio il giorno prima abbiamo celebrato per la 57a volta la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni. Una concomitanza che ci invita a riflettere sul “riprendere” con una “fase 2” dal punto di vista pastorale anche per quanto riguarda l’attenzione vocazionale. Cosa fare, dunque?Credo, tuttavia, che sia più proficuo riflettere e discernere circa il “come”. Non perché il cosa non sia importante, quanto perché il come si fanno le cose, ovvero lo stile esprime meglio dove siano radicate le nostre scelte. Anche lo slogan della Giornata di quest’anno “Datevi al meglio della vita”, preso dal n. 143 dell’esortazione apostolica Christus Vivit, credo ci aiuti in questa direzione.C’è una parola che mi ritorna nel cuore in questi giorni: essenzialità. Un’essenzialità che sappia riportare ogni “fare” al suo centro, al suo cuore. La vita cristiana è sostanzialmente fatta di relazioni, di quella con il Signore, Vita fatta di relazioni con gli altri dover poter incontrare reciprocamente il volto stesso del Signore, che è sempre il crocifisso risorto.Dei vari ambiti della pastorale, l’unico che non si è fermato in quarantena è quello della preghiera. Ecco, forse l’essenziale riparte proprio da lì, dal cuore di ogni agire cristiano: la preghiera fatta di dialogo confidente e fiducioso con il Signore. E credo che la prima azione di pastorale vocazionale potrà essere insegnare non solo a pregare, ma come farlo. Come Gesù ha fatto con i suoi discepoli.
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