Attenzione al “clericalismo di difesa”

Si è svolta a Roma nelle giornate del 25 e 26 maggio l’Assemblea nazionale dei referenti diocesani del Cammino Sinodale. Per la diocesi di Gorizia hanno preso parte ai lavori alcuni dei membri dell’équipe sinodale diocesana Maria Luisa Giusti, Giuseppe Moscato e don Giulio Boldrin.L’incontro che concludeva idealmente la 77ª Assemblea Generale della CEI, i cui lavori si erano aperti fin da lunedì 22, aveva come principale appuntamento l’udienza con Papa Francesco. A partire dalle parole del Santo Padre e dalle indicazioni del Comitato Nazionale, sono state delineate le Linee guida per la “fase sapienziale”, seconda tappa tra il primo biennio dedicato all’ascolto e la cosiddetta “fase profetica”. Questo strumento, che sarà presentato al Consiglio Episcopale Permanente previsto per l’8 luglio, indirizzerà e sosterrà il discernimento operativo sul territorio, in raccordo con il livello nazionale.”La Chiesa in Italia è viva. Non esercitiamo un ruolo, ma siamo una casa: abbiamo davanti un grande sforzo missionario”, ha affermato il Card. Matteo Zuppi, Presidente della CEI. “Ci sono delle condizioni di possibilità. Abbiamo preso consapevolezza che c’è una questione di stile: si deve adottare uno stile nuovo di essere Chiesa per la missione”, ha ripreso Mons. Erio Castellucci, presidente del Comitato Nazionale del Cammino sinodale. Papa Francesco, nel suo discorso tenuto durante l’udienza concessa ai Vescovi e ai referenti diocesani in Aula Paolo VI nella mattina di giovedì 25 maggio, ci ha affidato parole dolci e forti di apprezzamento per il lavoro fatto e di incoraggiamento per il cammino che si apre. Queste le tre consegne che ci ha affidato: “continuate a camminare” come avete sperimentato nel primo biennio di ascolto, nell’umiltà e sotto la guida dello Spirito; “fare Chiesa insieme” in uno stile di corresponsabilità ecclesiale basata sul Battesimo; terza e ultima “essere una Chiesa aperta” che riconosce la ricchezza e le ferite dell’altro facendo trasparire il cuore di Dio.Preziosa l’annotazione di Papa Francesco richiamando l’attenzione sul pericolo di un “neoclericalismo di difesa”, legato a delle comunità che tendono a diventare autoreferenziali, a chiudersi per timore della realtà; clericalismo che può colpire sia il clero che i laici. “Il Sinodo ci chiama a diventare una Chiesa che cammina con gioia, con umiltà e con creatività dentro questo nostro tempo, nella consapevolezza che siamo tutti vulnerabili e abbiamo bisogno gli uni degli altri”.Nel corso della mattinata di venerdì si sono tenuti i “tavoli sinodali” centrati sulle prospettive per il prossimo anno. Un lavoro intenso che ha impegnato i delegati diocesani suddivisi in tavoli tematici, a partire dagli spunti che sono stati consegnati fino a questo punto dalla fase di ascolto. Si aprono ora per la fase sapienziale delle piste – che con un linguaggio evocativo sono state chiamate “costellazioni” – che non si configurano come ambiti pastorali tradizionali, bensì come uno stile di essere Chiesa verso cui vogliamo maturare. Questi le piste sulle quali ci muoveremo: Missione secondo lo stile di prossimità; I linguaggi, la cultura e la proposta cristiana; La formazione alla fede e alla vita; Corresponsabilità; Strutture.L’indirizzo di posta elettronica sinodo@arcidiocesi.gorizia.it resta operativo e fino al 1 giugno è possibile inviare le sintesi dei momenti di ascolto vissuti in questo secondo anno in vista della sintesi da consegnare alla Segreteria nazionale entro il 15 giugno.