Assemblea dei giovani: momento di grazia

Si è svolta a Cervignano nel pomeriggio di Pentecoste l’assemblea diocesana dei giovani in quest’anno dedicato alla preparazione al Sinodo su “I giovani, la fede ed il discernimento vocazionale”. Se il criterio di valutazione di questo appuntamento è quello dei numeri, la partecipazione è stata fallimentare: in questi ultimi cinque anni sono passati più di 1200 giovani nelle varie iniziative promosse dalla Pastorale Giovanile Diocesana (GMG, Corsi Animatori, pellegrinaggi… più quelli presenti alle varie veglie) e sono stati invitati ad essere presenti, ma ben pochi hanno risposto. Se il criterio è quello della rappresentanza la valutazione è anche negativa: erano rappresentate solamente alcune parrocchie e associazioni, con delle assenze significative. Si possono trovare tutta una serie di giustificazioni per la scarsa partecipazione (giornata di sole, periodo dell’anno conclusivo, eventi concomitanti…), ma allo stesso tempo si potrebbero trovare tutta una serie di motivi per cui chi voleva avrebbe potuto partecipare (la proposta era in calendario dal maggio 2017, fin dall’inizio dell’anno era stato segnalato il fatto che poteva essere l’unico appuntamento su cui far convergere tutte le realtà in quanto costituiva il momento conclusivo di un percorso di ascolto dei giovani richiesto da papa Francesco…). Se il criterio di valutazione ha a che fare con la qualità del confronto e con l’apertura del dialogo e dell’ascolto, sicuramente questo giorno di Pentecoste è stato un momento di grazia che ha permesso di rimotivare il lavoro, non sempre facile, con i giovani e di dare spazio ad un ascolto prezioso per un annuncio più a misura di giovane. Il pomeriggio è cominciato con una sintesi del percorso dell’anno proposto dalla Chiesa Universale e dalla Chiesa Italiana fatto attraverso un video che collezionava le immagini dei vari momenti in cui si è cercato di vivere il discernimento, l’ascolto e il cammino. Il gruppo teatrale “I tubi innocenti” delle parrocchie della Cattedrale e di S. Ignazio di Gorizia ha poi proposto una rappresentazione del capitolo 21 del vangelo secondo Giovanni in cui il discepolo amato indica a Pietro dove trovare il Risorto. È lo stesso atteggiamento suggerito dal successore di Pietro in quest’anno: ascoltare i giovani per scoprire la presenza del Risorto lì dove non ci aspetteremmo.

I lavori di gruppoSono quindi cominciati i lavori di gruppo divisi per fasce d’età, con l’invito ad essere schietti, come ha fatto papa Francesco presenti all’assemblea pre-sinodo di marzo. I giovani sotto i 20 anni si sono concentrati sul considerare come la dimensione dell’amore di coppia possa essere un luogo dove trovare il Risorto o come a volte possa essere uno dei motivi per cui ci si allontana dalla comunità cristiana.Il gruppo di coloro che hanno tra i 20 e i 30 anni invece hanno ripreso le parole che hanno caratterizzato i cammini per giovani proposti durante l’anno: intimità, cura, fiducia sono dimensioni della vita adulta che invocano una rilettura di fede. Infine il gruppo degli educatori che hanno più di 30 anni hanno focalizzato l’attenzione sugli obiettivi e i modelli della Pastorale Giovanile. In tutti i gruppi c’è stato un confronto aperto e franco, molto arricchente.Ci sono state alcune convergenze riprese nel momento assembleare finale: sempre più centrale emerge la figura dell’educatore di pastorale giovanile a cui va dedicata molta attenzione da un punto di vista formativo perché i giovani chiedono la presenza di persone significative, capaci di dare testimonianza e che facciano da lampada a cui poter accendere la propria fede; non ci si può più permettere di lavorare solamente per il proprio orticello, ma è fondamentale fare rete e mettere in comune le esperienze positive che già ci sono; a livello di contenuto due ambiti importanti di formazione sono quelli relativi all’affettività/sessualità e alla liturgia.

La diocesi: esperienza fondamentale e completa di ChiesaIl vescovo commentando quanto emerso in assemblea ha sottolineato come la diocesi non sia qualcosa in più rispetto alla propria parrocchia/gruppo, ma sia l’esperienza fondamentale e completa di Chiesa, per cui le proprie agende andrebbero organizzate integrando le proposte diocesane e non subendole (o ignorandole) come un qualcosa in più; ha chiesto di avere uno sguardo di simpatia gli uni nei confronti degli altri, avendo la pazienza di individuare i luoghi del coordinamento; ha infine invitato ad avere coraggio di sperimentare percorsi che poi potrebbero essere condivisi anche con gli altri. C’è stato poi lo spazio per una festosa celebrazione dell’eucarestia nella chiesa di S. Michele, insieme al gruppo di Rinnovamento nello Spirito e alla comunità parrocchiale locale e la condivisione della cena. Sicuramente la concomitanza di questo momento con la solennità di Pentecoste aiuta a rileggere la fatica e la bellezza del lavoro coi giovani come un’occasione per vivere il mandato missionario di annunciare il vangelo alla nuova umanità che è quella dei giovani, e per cogliere la novità che lo Spirito continua ad operare nella Chiesa.