4×4: la bellezza di una proposta; la forza di una scelta

Dal 4 al 9 agosto i responsabili diocesani e i membri d’equipè dell’Azione Cattolica Italiana dell’articolazione dell’A.C.R si sono incontrati a Lecce per conoscere le diverse realtà della nostra penisola, confrontarsi con ci ha ricevuto la stessa chiamata all’educazione dei più piccoli, approfondire l’attualità della Chiesa italiana e il cammino associativo dei prossimi anni.Il primo giorno del nostro campo abbiamo discusso e dialogato sul tema ’’la Chiesa in uscita’’, partendo da dalla frase dell’Evangeli Gaudium «con gli altri e per gli altri». Accompagnati dal Vescovo di Altamura, mons. Ricchiuti, abbiamo riflettuto sul valore dell’annuncio: esso è la grande forza della nostra Chiesa per testimoniare la bellezza di essere un popolo unico in Cristo.  Insieme a una voce ’’laica’’, quella del professor Giovanni Grandi,  abbiamo riscoperto la forza missionaria dell’Azione Cattolica che è capacità di camminare accanto a coloro che incontriamo ogni giorno nello studio, nel lavoro, nella quotidianità. Il secondo giorno abbiamo affrontato la consegna del Convegno Ecclesiale di Firenze, la sodalità: “Un educatore e un’associazione come l’Azione cattolica non può sottrarsi da questi compiti, perché il rischio potrebbe essere una ’mania agnostica’, come è solito definirla papa Francesco, che rende vittime di schemi consolidati e metodi collaudati che impediscono di lasciarsi interpellare dalle reali condizioni di vita delle persone che incontriamo e non ci permettono più di lasciarci mettere in discussione”.L’AC è allora, prima di tutto, una piazza, è un luogo di incontro e di condivisione di esperienze ma anche di responsabilità di ognuno. La sodalità dell’AC si esprime proprio nella comunità, nella condivisione e nel testimoniare assieme a tutto il popolo di Dio. Gli altri giorni ci siamo concentrati sulla vocazione e sul significato proprio di essere un educatore di Ac, sulla gioia che trasmettiamo i ragazzi e su cosa vuol dire essere testimoni della vera gioia. Essere educatori non vuol dire solo ’’fare attività’’ ma è soprattutto un donare qualcosa di noi agli altri, avere il coraggio di mettersi in discussione con gli altri, senza paura di mostrare ciò che siamo veramente; essere educatori è mettere tutti noi stessi in quello che facciamo e ricordare che la nostra testimonianza di gioia è scelta consapevole, è la gioia duratura.Essere educatori è un grande compito che coinvolge tutta la persona e la nostra vita. Essere educatori, vivere da educatori è una missione, un compito impegnativo, spesso anche faticoso, ma soprattutto una gioia immensa, che nasce dalla ricchezza del confronto,  dalle nuove conoscenze ed esperienze,  dal mettersi in gioco anche nelle situazioni più scomode.Questa esperienza mi ha fatto comprende la ricchezza che nasce dalla condivisione anche tra realtà lontane e diverse, come quelle delle diocesi italiane, il sentirsi parte di una grande famiglia, che seppur dispersa in tantissime parrocchie, cammina assieme per formare uomini e donne capaci di essere testimoni di Cristo nella vita.