Domande e risposte per una firma consapevole
29 Maggio 2025
Tempo di 730, tempo di scelte.
Ogni contribuente, nel momento in cui stila la propria dichiarazione dei redditi, è infatti chiamato a scegliere a chi donare il suo 8xmille. Attraverso questa cifra è possibile sostenere diverse realtà nazionali, religiose o laiche, impegnate in progetti di diverso tipo.
Scegliendo di destinare il proprio 8xmille alla Chiesa cattolica, si sceglie di essere insieme protagonisti di cambiamento, contribuendo a sostenere migliaia delle iniziative messe in atto tanto in Italia quanto nel mondo che consentono di dare risposte a bisogni concreti. Sicuramente le domande su come i fondi 8xmille vengano usati e su come fare per donarli correttamente possono essere molte. Tentiamo di fare chiarezza rispondendo a quelle più frequenti.
Innazitutto, cos’è l’8xmille?
Per cominiciare chiariamo che l’8xmille non è una tassa in più: chi firma per l’8xmille semplicemente dichiara come vuole sia impiegata quella parte delle tasse che ha già versato allo Stato. L’8xmille è infatti una quota del gettito complessivo dell’IRPEF (imposta sul reddito delle persone fisiche) che lo Stato italiano mette a disposizione per scopi “sociali o umanitari” a gestione statale o “religiosi o caritativi”, assistenziali e umanitari, chiedendo annualmente ai contribuenti di indicare a chi deve essere destinata.
Ma la Chiesa cattolica è l’unica destinataria?
No, la Chiesa cattolica non è l’unica realtà a cui si può destinare l’8xmille (ce ne sono altre 13 verso cui, se lo si desiderasse, si può orientare la propria scelta); non gode pertanto di alcun privilegio né le serve per accumulare ricchezza.
Come vengono utilizzati i fondi dell’8xmille destinati alla Chiesa cattolica?
Secondo le prescrizioni di Legge, i fondi 8xmille sono impiegati per tre finalità:
– interventi caritativi in Italia e nei Paesi in via di sviluppo;
– esigenze di culto e pastorale della popolazione italiana;
– sostentamento dei sacerdoti.
Ogni anno durante l’Assemblea Generale della CEI, i vescovi determinano la suddivisione dei fondi 8xmille per le tre finalità previste dalla legge. La Chiesa cattolica interviene in Italia nel campo del culto e della carità in due forme:
– con le quote trasferite dalla CEI alle diocesi e destinate ad attività locali;
– con le quote destinate ad attività di rilievo nazionale riservate alla Presidenza della CEI.
Perché l’8xmille alla Chiesa cattolica viene destinato anche per il sostentamento del clero?
Quotidianamente, i sacerdoti svolgono compiti pastorali, ma sono sempre più spesso anche il primo riferimento per chi ha bisogno di aiuto e conforto, indipendentemente dall’orientamento religioso. Educano i ragazzi, offrono assistenza alle famiglie in difficoltà, agli ammalati, agli anziani soli, ai poveri e agli emarginati.
In seguito alla Revisione del Concordato del 1984, i sacerdoti diocesani non ricevono più il sostegno economico dallo Stato. Al sostentamento dei circa 33mila sacerdoti provvede l’Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero (ICSC) attraverso le risorse messe a disposizione dagli Istituti Diocesani per il Sostentamento del Clero (per il 6,4%) e attraverso i fondi dell’8xmille (91,4%). A queste risorse si aggiungono le libere offerte dei cittadini, che coprono il 2,2% del fabbisogno necessario.
Scegliendo di devolvere il proprio 8xmille alla Chiesa cattolica quindi, si condivide non solo un percorso di fede ma anche e soprattutto di aiuto alla propria comunità e al mondo intero.
Ulteriori informazioni possono essere trovate su www.8xmille.it/come-firmare/.
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