Giornata mondiale della Croce Rossa: la bandiera consegnata al prefetto di Gorizia

L’8 maggio ricorre la Giornata Mondiale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa. Questa commemorazione è un’importante occasione per ricordare anche l’operato che i Volontari e le Volontarie delle 191 Società Nazionali di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, svolgono ogni giorno al servizio delle Comunità con l’obiettivo primario di alleviare la sofferenza umana e supportare le persone in stato di necessità. Purtroppo, questa considerazione non sta più costituendo un dato di fatto. Infatti, anche coloro che operano nel mondo sotto l’emblema della Croce e Mezzaluna Rossa – simbolo universale di neutralità, umanità e protezione – sono sempre meno riconosciuti e rispettati come tali. In molte aree di conflitto, gli operatori sanitari/umanitari diventano bersaglio di attacchi armati, in violazione dei più basilari principi del Diritto Internazionale Umanitario. Anche nella quotidianità, sulle cronache nazionali non mancano episodi di aggressioni da parte di coloro che colpiscono chi ha scelto di donare il proprio tempo e le proprie energie agli altri, in particolare gli operatori socio-sanitari.

Nel 2025, questa giornata ha come tema principale la solidarietà globale e la risposta alle emergenze umanitarie ed è volta a sensibilizzare sull’importanza della cooperazione internazionale e del volontariato. In relazione a ciò, per celebrare la giornata, è stata consegnata, presso il Palazzo del Governo di Gorizia, nelle mani del prefetto Ester Ferullo, la Bandiera della Croce Rossa da parte del presidente Territoriale CRI, Federico Maria Pellegatti, accompagnato da una rappresentanza di volontari goriziani. Successivamente il vessillo, simbolo di neutralità e protezione, riconosciuto dalle Convenzioni di Ginevra, è stato esposto dalla balconata principale del palazzo del Governo, lato piazza della Vittoria. Si tratta di un segno tangibile della potenza umanitaria dell’Emblema di Croce Rossa e un riconoscimento formale dell’operato dei nostri Volontari anche nel nostro territorio, ha dichiarato il presidente Pellegatti a margine dell’incontro in prefettura. Anche alcune municipalità dell’Alto isontino hanno esposto la Bandiera CRI dai rispettivi palazzi municipali, donata in precedenti occasioni.
Le celebrazioni sono continuate nella vicina Nova Gorica, nell’ambito degli eventi connessi con la “Capitale della Cultura Europea 2025”, dove le due consorelle italiana (CRI Gorizia) e slovena, per la prima volta insieme in un’attività pubblica, hanno organizzato una manifestazione transfrontaliera, volta a sensibilizzare la cittadinanza sui compiti, struttura, corretti stili di vita nonché con uno stand dedicato, sono stati forniti dati e informazioni circa “le aggressioni contro gli operatori sanitari nelle attività quotidiane e nelle aree di conflitto-emergenza”. Dato visibilmente preoccupante anche in Italia, visto l’aumento dei numeri di aggressioni e violazioni agli operatori sanitari che in base alla legge 113/2020 protegge le loro funzioni e nel contempo con una prevenzione mirata cerca di sensibilizzazione gli utenti delle strutture sanitarie.
Solo, nel 2025, 10 volontari e membri del personale delle Società Nazionali di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa sono stati uccisi mentre erano in servizio e molti altri hanno subìto diverse forme di attacchi, ferite e pesanti minacce. L’80% dei membri della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa uccisi nel 2025 apparteneva alla Mezzaluna Rossa Palestinese. Altri due membri provengono dalla Mezzaluna Rossa Sudanese e dalla Croce Rossa della Repubblica Democratica del Congo.
In Italia nel 2024 ci sono state più di 18.000 segnalazioni di violenza ovvero il 15 % in più dell’anno precedente, di cui 6750 nella Regione Friuli Venezia Giulia 30% in più, 60% delle segnalazioni provengono da professioniste donne mentre gli operatori maggiormente colpiti sono infermieri, medici e operatori socio-sanitari a cui va aggiunto anche il personale in servizio a bordo delle ambulanze, altro dato preoccupante il 67% degli aggressori sono pazienti o utenti del servizio. Questa la fotografia riferita all’Italia ed è per questo che l’attività portata a Nova Gorica con il progetto “Non sono un bersaglio”, mira a sensibilizzare la cittadinanza su un problema aperto che riguarda tutte le comunità indistitintamente.