Nel Natale, la Pace e la Speranza

Aspettiamo il Natale, siamo già in tempo di Avvento, un tempo di attesa appunto molto particolare che la Chiesa ci offre per poter riflettere.
Per quest’anno la Caritas diocesana ha scelto come filo conduttore: “Nel Natale la Pace e la Speranza”.
Mi viene spontaneo chiedermi se questo tempo che passa così in fretta – come d’altronde le nostre giornate e i nostri mesi – sia ancora capace di attendere qualcosa o qualcuno.
O se invece ognuno, chiuso dentro i propri interessi e le proprie preoccupazioni, sia ancora capace di pensare al Natale come nascita di un bambino che viene nel mondo a portare pace e speranza in un tempo lacerato da guerre, fame, interessi personali, indifferenza.
Abbiamo la possibilità, ancora una volta, di vivere l’Avvento, non è così scontato; abbiamo la possibilità, noi almeno, di farlo in un contesto di pace, di serenità, di tranquillità, ma sappiamo apprezzarlo? Siamo nell’occasione di riflettere, di andare alla radice di chi ci dona la pace, che non è la mancanza di guerra, non è la suddivisione di territori, non è rivendicazione violenta delle proprie idee a discapito di quelle degli altri, ma è il frutto di un cuore che sa battere per amore dell’altro, per la vita, per il bene comune, che trova la sua sorgente in quel bambino che viene nel mondo a mostrarci tutto il suo amore per noi.
Nel natale c’è anche la nostra speranza.
Quando tutte le nostre certezze vacillano, quando il tempo si fa breve, quando sentiamo che i giorni passano troppo svelti e non sappiamo se ne abbiamo molti, quanto diventa importante la speranza!
Diventa un’ancora alla quale aggrapparsi, un rifugio nel quale cercare riparo, un conforto nei momenti di disperazione.
È soltanto un sogno? un’illusione?
Oppure è quel dono che è sempre frutto del Natale, dal bambino Gesù che nasce nella grotta di Betlemme, che ci visita dall’alto come sole che sorge per rischiarare le nostre tenebre e le nostre ombre di morte che aleggiano intorno a noi, ma anche dentro di noi. Sappiamo che è quel dono e lo desideriamo con tutto il cuore, allora sì che vale la pena non lasciare passare in modo indifferente questo periodo di Avvento; allora sì che vale la pena fermarsi un attimo a pensare cosa ci è permesso e possiamo vivere; allora sì diventano importanti i doni che ci vengono offerti per accoglierli con il cuore, per cercare di viverli e metterli in pratica.
Ricordiamoci dei poveri, dei sofferenti, di chi aspetta un aiuto da noi, diamo pace e speranza al mondo andando fuori da noi stessi per andare incontro all’altro.
Allora non saranno le luminarie, i mercatini, le belle vetrine che faranno il Natale.
Sarà il nostro cuore che, grato di amare e di essere amato, sarà attento ad ogni gesto d’amore per saper ancora dire Buon Natale a tutti.

diacono Renato Nucera, direttore Caritas diocesana di Gorizia

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)