Beni ecclesiastici tutelati anche con l’8xmille

I beni culturali ecclesiastici rappresentano una parte rilevante e importante di tutto il patrimonio storico e culturale presente sul nostro territorio nazionale. In questo, anche la nostra Regione e la nostra Arcidiocesi non sono da meno, con la presenza di numerose chiese antiche, che racchiudono testimonianze storico – architettoniche di valore, ma anche numerosi manufatti di grande prestigio.
Tutti questi beni si mantengono in buone condizioni e rimangono fruibili e visitabili anche grazie al contributo dei Fondi 8xmille, senza i quali sarebbe impensabile provvedere a importanti manutenzioni e precisi restauri. Apponendo la propria firma all’8xmille alla Chiesa cattolica, si diventa quindi in qualche modo “artefici” della continuità e della salvaguardia di tutti i beni ecclesiastici che ci circondano.
Proprio recentemente la nostra Arcidiocesi ha ospitato un interessante incontro su queste tematiche: “Lo scorso 17 maggio – ha spiegato il professor Roberto Grion, delegato per l’Ufficio diocesano Arte Sacra – si è svolto, presso gli spazi di via del Seminario 13 a Gorizia, un incontro dal titolo “Come tutelare i beni culturali ecclesiastici?”, promosso dal Nucleo di Udine del Comando Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale. L’iniziativa è partita proprio dal Comando Carabinieri per la tutela e il patrimonio culturale di Udine, che ha in previsione di organizzare, nelle singole diocesi, degli incontri di sensibilizzazione innanzitutto rivolti a sacerdoti e parroci, ma anche a coloro che sono chiamati alla conservazione di beni quali archivi storici, opere d’arte, reperti di carattere storico… sul tema della sicurezza e della prevenzione di eventuali furti”.
L’incontro è stato aperto dal maggiore Alessandro Volpini, che ha illustrato quali sono le azioni che il Nucleo Carabinieri svolge innanzitutto per rintracciare le opere purtroppo già trafugate, attraverso un’opera metodica di monitoraggio su Internet, controlli presso antiquari, mercatini, ecc.
“I risultati arrivano – ha aggiunto il professor Grion -, prova ne è la consegna, proprio nel corso dell’incontro, di alcuni documenti appartenenti agli archivi di alcune parrocchie che erano stati precedentemente trafugati”.
All’incontro è intervenuto anche il professor Grion con una panoramica sulla situazione del patrimonio storico – culturale della Diocesi, mettendo in evidenza le azioni che, costantemente, vengono messe in atto in sua tutela: controllo dei lavori di manutenzione delle chiese, messa in sicurezza delle stesse, installazione di telecamere di sicurezza e, attualmente, sistemazione dell’Archivio diocesano “per adeguarlo a tutti i criteri di sicurezza previsti per la conservazione di materiale particolarmente interessante e prezioso. Stesso discorso per la Biblioteca pubblica del Seminario teologico centrale” ha spiegato il professore.
Ha quindi preso la parola il dottor Andrea Pessina, allora direttore del Segretariato regionale e Soprintendente ad interim per il Friuli Venezia Giulia, che ha illustrato la messa in sicurezza dei beni culturali ecclesiastici in caso di calamità naturali, portando anche una serie di esempi che partivano dall’esperienza dell’alluvione di Firenze del 1966 per arrivare ai più recenti episodi sismici. C’è stato poi l’intervento della dottoressa Anna Del Bianco, direttrice generale dell’Ente regionale per il patrimonio culturale della Regione FVG, che ha trattato della catalogazione dei beni culturali ed ecclesiastici evidenziando l’esperienza virtuosa e all’avanguardia della nostra Regione, attraverso un lavoro metodico e di collaborazione tra enti diversi, a tutela dei beni ecclesiastici che rappresentano appunto un’ampia “fetta” del patrimonio storico – culturale regionale. Quindi la parola è passata a Luca Caburlotto della Soprintendenza Archivistica, il quale ha offerto una panoramica relativa alla situazione degli Archivi ecclesiastici in Friuli Venezia Giulia, non mancando di offrire alcuni suggerimenti per il futuro. Intervento finale a cura della professoressa Linda Borean sul contributo della ricerca storico – artistica alla tutela dei beni culturali ecclesiastici.

Manutenzione costante
“Gli interventi che, annualmente, si compiono in Diocesi sugli edifici ecclesiastici sono attuabili grazie ai contributi provenienti dall’8xmille alla Chiesa Cattolica e agli annuali contributi che la Regione Friuli Venezia Giulia eroga sui singoli progetti presentati – ha illustrato per noi Roberto Grion -. Entrambe le forme sono indispensabili, perché le parrocchie, salvo qualche eccezione, si trovano spesso in grossa difficoltà economica e da sole non potrebbero mai far fronte a somme veramente ingenti. Il problema che si prospetta per gli anni futuri, sarà la diminuzione degli importi assegnati alle singole Diocesi, dovuto al “fisiologico” calo delle entrate ai Fondi 8xmille a livello nazionale. Ne è prova il fatto che, all’ultimo Consiglio episcopale permanente, si era ventilata l’ipotesi di ridurre già da quest’anno il contributo annuale ma, grazie all’intervento proprio del nostro arcivescovo Carlo, almeno per il biennio 2024/2025 il contributo, seppur leggermente ridotto, rimane – per quanto riguarda l’Arcidiocesi di Gorizia – di 400.000 euro”.

Opere concluse
“A Romans d’Isonzo, dove aveva ceduto la volta interna della chiesa di Santa Maria Annunziata, questa è stata restaurata attraverso un’opera di consolidamento, realizzata con tecniche d’avanguardia che hanno concesso di mantenere il più possibile la struttura originaria – ha spiegato il delegato dell’Arte Sacra -. I lavori sono conclusi e presto i fedeli potranno rientrare nella propria chiesa e potranno riprendere gli uffici religiosi nel loro rinnovato luogo di culto. Le opere compiute sono state pari a 230.000 euro, finanziati dall’8xmille e dal contributo regionale”.
Recentemente sono stati ultimati degli importanti lavori anche presso la chiesa di San Giorgio martire a Lucinico: “sono state apportate migliorie che hanno coinvolto tanto l’esterno della chiesa, in particolare il tetto, quanto l’interno, dove sono stati sistemati i pregevoli marmi presenti. Si è trattato di interventi di tipo conservativo, con lavori pari a 110.000”, ha spiegato Grion.
Tra i nuovi interventi, in programma nel corso di quest’anno, anche quelli sulle chiese di San Lorenzo Isontino, Ruda, San Mauro, Gradisca d’Isonzo e Fogliano (dove un primo lotto è già stato ultimato) e presso l’Archivio diocesano. “Anche in questi casi si tratterà di interventi di tipo conservativo, di manutenzione, che coinvolgeranno tetti, tinteggiature, ripristino delle strutture… per permettere tanto il recupero del bene ecclesiastico, quanto la messa in sicurezza dello stesso, garantendo quindi luoghi che non siano solo belli e accoglienti, ma anche sicuri per tutti i fedeli e coloro che li frequentano – ha illustrato il professore -. Sempre per quanto riguarda la messa in sicurezza degli edifici di culto, ricordiamo infine che la CEI contribuisce annualmente con 20.000 euro, finalizzati alla messa in opera di telecamere all’interno delle chiese, che vengono quindi distribuiti su richiesta delle singole parrocchie. Ormai, a livello diocesano, siamo a buon punto e numerosissime chiese hanno installato al loro interno videocamere a tutela dei preziosi beni in esse conservati”.

Selina Trevisan