Damir Feigel, il Jules Verne goriziano

Chi ha passeggiato a Gorizia per il Corso Verdi sicuramente ha potuto incrociare o è entrato nella nuova sede della biblioteca slovena, traslocata dalla precedente sede di corso Verdi agli ammodernati spazi del Trgovski dom.La biblioteca è dedicata a Damir Feigel, chiamato anche il Jules Verne goriziano. Ma chi era costui? Damir Feigel è nato nel 1879 a Idria e morì a PrvaCina nel 1959, dove si trasferì negli ultimi anni anche a causa di una malattia.Ha vissuto e lavorato per tutta la vita principalmente a Gorizia. Suo padre si trasferì in città per lavoro.Feigel divenne ben presto amico del compositore Emil Komel e dello scrittore Andrej Budal, insieme frequentarono anche il famoso Staatsgymnasium di Gorizia. Finito il ginnasio, si iscrisse alla facoltà di legge a Vienna, ma non riuscì a portare a termine gli studi per via della morte prematura del padre. Il giovane Damir dovette trovarsi un lavoro per mantenersi.Lo trovò diventando giornalista nella redazione di Knajpovec, una rivista mensile che si occupava di salute, più tardi collaborò con vari giornali e riviste e lavorò nelle istituzioni culturali goriziane prima e dopo la prima guerra mondiale. Soprattutto durante il periodo fascista assunse molto lavoro aggiuntivo quando gli intellettuali sloveni furono imprigionati oppure dovettero emigrare.Fu un gran lavoratore, preciso e diligente, ma anche molto impegnato ed era stato questo il motivo per cui non ha potuto dedicarsi molto alla pubblicazione di libri e racconti per il suo pubblico. Lui e France Bevk furono tra i principali scrittori del Litorale rimasti in Italia attivi durante il fascismo e furono anche sempre sorvegliati. È chiaro allora che anche i racconti da lui scritti non potevano essere critici verso il regime, ma dovevano essere del tutto ’’innofensivi’’. Il fascismo aveva chiuso tutte le scuole slovene e soppresso le associazioni in cui si parlava sloveno.Nonostante ciò Feigel riuscì a pubblicare oltre diciassette libri, la maggior parte nel periodo tra le due guerre. Feigel era di natura un umorista e riusciva sempre a trovare un aspetto divertente in ogni cosa. Gorizia era diventata la sua vera casa e molti dei suoi racconti, anche se di contenuto fantascientifico, furono ubicati proprio nel Goriziano.Da molti fu chiamato ’’Jules Verne sloveno’’, mentre suo zio, il compositore Danilo Feigel, fu chiamato ’’il Bach sloveno’’. In occasione del centenario della sua nascita nel 2011, a Idria è stata ristampata la sua prima opera, intitolata Mezzo litro di vino Vipacco, che contiene diverse storie.La prima: Minerva, si svolge tra Peuma e Salcano e parla di tre studenti che volevano fondare un nuovo giornale, ma tutto si conclude con una grande rissa.A Gorizia è ambientata anche la trama del racconto Supervitalin, che comprende otto scene di carattere umoristico. Si parla dell’invenzione di un farmaco che può far risuscitare i morti. Feigel inizia la sua avventura fantascientifica nel libro Bacilli e bacille, dove uno scienziato scopre una nuova malattia che ha la caratteristica di costringere chiunque si infetti, a parlare continuamente senza fermarsi. Qui c’è un chiaro riferimento al governo fascista che aveva informatori in ogni ambiente e guai a chi si azzardava a parlare sloveno in pubblico.Nel racconto comico Zmota nad zmoto (Errore dopo errore) scrisse di un comico che divenne politico.Quando faceva discorsi seri, il pubblico rideva del comico che c’era in lui, e viceversa, quando si esibiva sul palco come comico, il pubblico vedeva in lui un politico serio.   Il suo racconto più lungo è Pasja dlaka (Il pelo del cane) in cui appaiono storie di emigranti che non potevano mai dimenticare la loro lingua materna.Nel racconto ci sono anche molti intrecci comici legati a nuove invenzioni come il “teleokifer”, una macchina che consente di trasportare e materializzare magicamente oggetti a distanza. Non dobbiamo dimenticare che Feigel cercava un genere letterario ’’innocuo’’ per il regime, ma nello stesso tempo dava la possibilità ad un popolo di poter leggere nella propria lingua.Altre possibilità di leggere in sloveno non c’erano. E poi lo scrittore umorista spesso può utilizzare l’ironia o l’umorismo per sfidare le false convinzioni e far riflettere su come il fascismo abbia manipolato l’opinione pubblica e creato un clima di tensione.I letterati e gli scrittori sono dei ’’maestri della parola’’ proprio perché, con sapienza, operano con le parole nel tentativo di descrivere e comprendere nel migliore dei modi la realtà.