Voucher: scelta errata che va rivista, evitando gli abusi

“La decisone di abolire i buoni lavoro toglie una forma di regolazione del lavoro”.Questo il pensiero delle Acli italiane, espresso dal presidente nazionale Roberto Rossini. Parole che la presidente provinciale di Gorizia, Silvia Paoletti, condivide e riprende: “pensiamo ad esempio alle famiglie che hanno bisogno di una baby sitter o di una badante: il voucher era una sicurezza tanto per chi dava lavoro, quanto per chi lo riceveva, sia per la piccola parte assicurativa che per quella contributiva. Anche le attività commerciali o artigianali ne traevano beneficio, pensiamo al settore agricolo nei periodi di raccolta della frutta e della verdura, o ad esempio le panetterie nei periodi di maggiore lavoro come il Natale”. “Togliere i voucher – prosegue la presidente – è per me una scelta errata, dal momento che è una forma retributiva che comunque faceva emergere il lavoro nero, eliminandolo con delle forme di tranquillità e garanzia lavorativa. Certo è che ci volevano delle regole più precise, perché in molti casi purtroppo si è abusato di questo strumento”. “Un esempio – conclude – potrebbe essere porre un limite temporale, come ,agari quello di 90 giorni l’anno in cui poter usufruire di tale modalità di pagamento.Speriamo si riveda questa decisione, magari ponendo una distinzione tra le tipologie di voucher, dedicando uno alle famiglie e alle imprese e uno agli enti pubblici, che spesso vi hanno fatto ricorso per i Lavori Socialmente Utili”.