Sarà smantellata la tensostruttura al Contavalle

La tensostruttura collocata presso gli spazi del Contavalle per offrire un riparo ai richiedenti asilo fuori convenzione durante il periodo invernale, chiuderà anticipatamente.

A confermarlo questa mattina il Vicario episcopale per la Caritas dell’Arcidiocesi di Gorizia, don Stefano Goina, il direttore della Caritas, don Paolo Zuttion e il coordinatore dell’accoglienza, Simone Orsolini. “In seguito ad alcune verifiche burocratiche da parte del Comune di Gorizia – ha spiegato don Goina – è emerso come la data effettiva di innalzamento della tenda sia il 5 dicembre 2017 e non il 13 dicembre (giorno di avvio dell’ospitalità), pertanto la struttura – che stando alle normative vigenti può essere eretta per un periodo di 90 giorni – deve essere totalmente smantellata entro il 5 marzo. Dovendo affidarci per le operazioni di smontaggio a ditte esterne, abbiamo deciso che l’ultima notte di apertura del servizio sarà quella tra il 27 e il 28 febbraio”.

La tenda, offerta dall’organizzazione umanitaria Medici Senza Frontiere – che ancora una volta ha confermato la sua sensibilità nei confronti della nostra città e della situazione che sta vivendo, mettendo a disposizione non solo la struttura ma anche alcuni suoi operatori che costantemente hanno collaborato e si sono tenuti informati sull’andamento – ha avuto un utilizzo ampiamente positivo. Come raccontato da Simone Orsolini, “non c’è stato alcun episodio da dover segnalare alle forze dell’ordine, tutto si è svolto in maniera molto regolare. Abbiamo riscontrato qualche problema nella gestione dei flussi di persone e dei numeri, perché inaspettatamente andavano spesso oltre la capienza massima della struttura, fissata a 60 persone, dovendo appoggiarci quindi in emergenza su altre strutture, diocesane e non, che hanno offerto la loro disponibilità”.

Dal giorno di apertura del servizio, il 13 dicembre 2017, alla notte del 19 febbraio 2018, sono state ben 5.497 le persone accolte in totale tra la sede Caritas e la tensostruttura, raggiungendo picchi anche di 120 individui nell’insieme.

La maggioranza delle persone ospitate presso la struttura del Contavalle è stata rappresentata da cittadini pakistani, con presenze importanti anche dall’Afghanistan; a questi si sono sommati alcuni bengalesi, iraniani, turchi e anche una persona proveniente dal Nepal.

“La domanda che ora ci poniamo è “E dopo? Cosa succederà? – ha dichiarato don Zuttion -; attualmente non c’è una soluzione per quando la struttura verrà smantellata, ma gli arrivi continuano, la media è di 12 al giorno. Come abbiamo più volte sottolineato, non sono la Chiesa locale e la Caritas a doversi prendere carico di queste persone, ma le istituzioni pubbliche; noi possiamo intervenire solo in caso di estrema emergenza, ma non spetta a noi la gestione dell’accoglienza. Dopo lo smantellamento della tensostruttura, probabilmente queste persone riprenderanno a “vagare”, cosa che non è dignitosa né per la persona, né tantomeno per la città di Gorizia”.

A conclusione dell’incontro con la stampa don Goina ha voluto ancora una volta ringraziare Medici Senza Frontiere per il sostegno costante, nonché i tanti volontari che quotidianamente hanno organizzato la distribuzione dei pasti e offrendo il loro contributo per la sistemazione della struttura: “i volontari sono davvero il lato bello e buono della città, che trova nelle persone e nella loro bontà il cuore per venire incontro a queste persone”.