Dopo la Svezia…

Dopo la sconfitta della Nazionale azzurra contro la Svezia, si è detto e scritto di tutto e di più. Siamo fuori meritatamente e basta. Ma questa eliminazione è solo la punta dell’iceberg della crisi delle nostre rappresentative nazionali dei maggiori sport di squadra. L’onta di questo insuccesso fa il paio con le continue sconfitte nella pallacanestro e nella pallavolo, dove ormai i bei tempi in cui si vinceva sempre o quasi son finiti. Le cause? Forse un ricambio generazionale difficile da venire o la mancanza di programmazione da parte dei dirigenti delle varie federazioni oppure la sempre meno voglia dei giovani di impegnarsi…Se nel calcio almeno a livello di club, grazie anche agli stranieri, le squadre italiane di club in Europa stanno rialzando la testa, nella pallacanestro il discorso, purtroppo, è diverso: esempio palese Milano che domina o quasi in Italia ma che in Eurolega non riesce da tempo a qualificarsi alla fase successiva. Nella pallavolo, una volta terra di conquista sia a livello maschile che in quello femminile, non riusciamo più a spuntarla. Ecco che quindi dobbiamo aggrapparci agli altri sport, quelli in cui non vince il gruppo ma il singolo individuo: ciclismo, nuoto, sci, scherma… Un’Italia sportiva che vince nonostante tutto esiste ancora. Ma spesso gli atleti per competere ed essere vincenti, devono crearsi un proprio staff al di fuori di quelli Federali. Tornando al calcio il problema parlando degli stranieri è il loro numero esagerato. In soli dieci anni la loro incidenza sui club di serie A è passata dal 26 al 55%. Un dato che deve far riflettere. Come bisogna assolutamente riformare i campionati professionistici: la serie A deve tornare almeno a 18 squadre, la B a 20.