Calcio: la follia del Mondiale a 48

Con una decisione a dir poco discutibile, il presidente della FIFA, l’elvetico Gianni Infantino, ha sottoposto alla votazione del Consiglio Federale la proposta, subito approvata, di portare il Campionato del Mondo di calcio dall’edizione 2026 a 48 squadre. Edizione che si giocherà molto probabilmente nel Nord America (Stati Uniti e Canada), anche se potrebbe venir coinvolto anche il Messico, con somma gioia statunitense. Senza dubbio un Mondiale con tante partecipanti snaturerà una manifestazione che dovrebbe portare alla fase finale solamente il meglio del calcio.Ma ancora una volta ci si è piegati agli interessi economici come già avvenuto platealmente con l’assegnazione del torneo al Qatar: ad un paese cioè dove il calcio – ma qualcosa di simile è avvenuto anche nei mesi scorsi per il Campionato mondiale di ciclismo – è cosa per addetti ai lavori e non certo non è in cima ai pensieri della popolazione. Certo che un Mondiale a 48, con ben sedici partecipanti in più, porterà ai minimi termini l’interesse dei gironi di qualificazione, che già ora, a meno di cataclismi, permettono alle migliori Nazioni di essere presenti. Un controsenso per chi è stato abituato in passato alla presenza di 16 squadre alla fase finale: allora si attendevano con trepidazione i sorteggi degli otto gironi che portavano al Mondiale solamente le vincenti di ogni raggruppamento.Ancora si dovrà decidere come ripartire le sedici qualificate in più fra i vari continenti, ma già si dice che sarà l’Africa a trarne vantaggio portando a ben nove o addirittura dieci le aventi diritto. Rischieremo di veder scendere ancor di più il livello di una manifestazione che troverebbe la sua misura “giusta” con ventiquattro partecipanti.E poi pensandoci bene, quando le europee erano soltanto otto, volete mettere la soddisfazione provata nel ’74 quando, in un girone di ferro, eravamo riusciti a metterci alle spalle addirittura l’Inghilterra.