Il primato della relazione in “Due chiacchiere al parco”

Il comitato di Quartiere di Straccis in collaborazione con la parrocchia di san Giuseppe Artigiano ha presentato sabato scorso nella sala parrocchiale la riflessione scenica “Due chiacchiere al parco”. Un’opera a cura di Maia Monzani e presentata dalla ben conosciuta bravura del giornalista Roberto Covaz ad opera, di fatto, di neofiti della scena, ma favolosi e spontanei che hanno rappresentato nei dialoghi la paura oggi imperante di aprirsi all’altro, del giudizio, della solitudini che tante persone vivono non trovando una sponda umana e così costrette a chiudersi nel loro piccolo mondo. La serata è stata preceduta da una interessante conversazione della Monzani con il giovane afgano Latifi Massoud, venuto in Italia ormai da tanti anni, che dopo alcune città italiane nelle quali ha subito cercato di imparare la lingua e in qualche modo di inserirsi è approdato al CARA di Gradisca d’Isonzo e conoscitore di diverse lingue e dialetti, è diventato mediatore culturale presso le strutture di accoglienza di Gorizia e non solo. Un dialogo ricco dal quale è emerso, da parte del giovane afgano, la convinzione che l’amore che una persona esperimenta è capace di superare tutte le barriere, anche quelle razziali e di fede religiosa, com’è stato nella sua vita. Un amore fecondo (è in attesa del secondo figlio), che dà testimonianza a noi, comunità stanche e rassegnate ad avere una speranza nel futuro e segno di questo è un’inarrestabile denatalità. Subito dopo, ma la serata sarebbe stata altamente ricca e significativa solo per questo dialogo, la rappresentazione, un’illustrazione fatta di dialoghi, accostamenti di persone, tutta tesa a dimostrare che basta fermarsi su una panchina al parco per scoprire un’umanità ricca, certo con le sue ferite delle quali è possibile farsi carico. Il primato della relazione, dell’incontro reale, a dispetto di quello virtuale che un ragazzino testimoniava con la sua passione vita racchiusa e prigioniera in uno smartphone che crea una vita illusoria.