Vivere coi giovani la novità della Pasqua

Mettere a posto il garage… fare la visita di controllo dal dentista… svuotare quel tavolino dove “appoggiamo per un momento” le cose che non sappiamo bene dove mettere… sono tutte attività che molto spesso richiedono un intervento esterno, un richiamo da fuori, per vincere la nostra volontà. Qualcuno può vivere il richiamo come una cosa in più da fare che risulta insopportabile in una vita già piena. Altri colgono nell’impulso l’occasione per fare ciò che desideriamo da tempo e che non eravamo in grado di fare da soli. L’hanno sperimentato le comunità capi scout dell’AGESCI la scorsa settimana. Tutti i gruppi sanno che sarebbe bello fare ogni tanto un’uscita solamente con i capi, ma non si trova mai il tempo per mettere in pratica questa bella intenzione. È servito l’invito del livello nazionale perché anche le comunità capi più pigre si mettano in cammino. Qualcuno ha scartato l’invito perché già preso dalle mille urgenze quotidiane. Chi invece ha accolto l’invito, e si è regalata questo tempo per approfondire che cosa significa fare discernimento, ha provato una grande gioia e si è detta che sarebbe opportuno farlo più spesso. In tutte le nostre comunità cristiane diciamo da tempo che bisogna prestare attenzione ai giovani, che bisogna investire su di loro, che è opportuno pensare alla Chiesa di domani… ma nonostante le belle intenzioni, è servito un richiamo esterno perché questa attenzione si concretizzasse. Il Sinodo su “I giovani, la fede ed il discernimento vocazionale” che la Chiesa universale vivrà nell’ottobre 2018, è servito da stimolo perché diverse comunità cristiane si impegnino nel riflettere sullo spazio che lasciano ai giovani. Proprio in questi giorni a Roma sono riuniti 300 giovani provenienti da tutto il mondo, rappresentanti delle comunità cattoliche, ma anche cristiani di altre confessioni, credenti di altre tradizioni religiose, non credenti… per vivere un momento intenso di confronto e di ascolto reciproco.

Papa Francesco nell’aprire i lavori ha chiesto ai giovani presenti, e a tutti coloro che sono iscritti al gruppo Facebook con cui si può prendere parte alla discussione in aula, di essere molto schietti e aperti, a dire le cose senza paura e con tutto il coraggio che serve, con franchezza e “faccia tosta”. Questa riunione vuole raccogliere il materiale che servirà poi per la discussione sinodale dei vescovi che si celebrerà nel prossimo ottobre. Il tema centrale è quello delle scelte: come aiutare i giovani a fare le scelte nella propria vita? L’assemblea presinodale si concluderà domenica 25 marzo, in occasione della domenica delle Palme che dal 1984 è anche la Giornata Mondiale della Gioventù. La proposta di papa Francesco di realizzare un sinodo su “I giovani, la fede ed il discernimento vocazionale” ha dato l’impulso anche alla nostra Chiesa diocesana che si sta interrogando in quest’anno su come le nostre comunità adulte devono cambiare per lasciare spazio alla Chiesa di domani, quella fatta dai giovani di oggi. Per operare questa riflessione è necessario porsi in ascolto concreto dei giovani, è importante frequentare i luoghi abitati dai giovani (sport, scuola, social, affetti…), è fondamentale mettersi a camminare con i giovani, facendo strada insieme. Certo il richiamo del vescovo Carlo a mettere al centro del mondo adulto l’attenzione ai giovani può essere visto come una cosa in più da fare in un calendario già fitto di eventi, ma può essere anche l’occasione preziosa per fare ciò che si desidera da tempo di fare. Per i giovani della diocesi ci sono due inviti ugualmente “fastidiosi” e stimolanti. Il primo invito è a partecipare nel pomeriggio di Pentecoste, domenica 20 maggio, all’Assemblea diocesana dei giovani: un momento di confronto e di ascolto che vorrebbe avere la stessa franchezza e piena libertà che il papa ha raccomandato ai giovani della riunione presinodale. Il secondo invito è a mettersi in cammino durante l’estate partecipando al pellegrinaggio da Caporetto ad Aquileia dal 4 al 9 agosto, per poi andare all’incontro nazionale con papa Francesco dell’11-12 agosto. Per qualcuno questo invito è una cosa in più da fare oltre al camposcuola già programmato o alle altre attività che di solito coinvolgono i giovani. Per qualcuno sembra una sfida troppo grande effettuare un cammino che richiede di fare fatica anche fisica. Per chi accoglie l’invito può essere l’occasione per sentirsi Chiesa in cammino, per vivere la logica dell’accompagnamento, per ascoltare i giovani facendo strada con loro, per collegare novità e radici antiche, per uscire dalla logica del “si è sempre fatto così”. Chissà che non sia la volta buona che i giovani ci aiutino davvero a vivere la novità della Pasqua?