“Sentinella, quanto resta della notte?”

In poco meno di due mesi abbiamo assistito ad un notevole travaso di voti dal Movimento 5 stelle alla Lega Nord. Indice evidente della fluidità ma soprattutto dell’incertezza di una parte consistente dell’elettorato pronto a dare fiducia a chi pare avere i mezzi per rispondere alle sue attese immediate. La crisi del sistema dei partiti (come era stato inteso per gran parte della seconda metà del secolo scorso, prima di essere demonizzato dagli anni Novanta in poi) ha portato irrimediabilmente con sé anche la fine delle certezze che i programmi di questi offrivano al cittadino essendo basati su ideologie tanto precise quanto stabili nel tempo.  La lettura cambiava a seconda della prospettiva (di destra, di sinistra, di centro, liberale o conservatrice…) e non secondo i personalismi dei leader dei vari schieramenti.Da tempo ormai però nel nostro Paese non è più così.Favoriti da una sempre più accentuata personalizzazione della politica e dalle conseguenze di una crisi economica e sociale ancora più che mai presente, i “programmi” (ma sarebbe meglio parlare di slogan) dei contendenti strizzano l’occhio soprattutto alla “pancia” dell’elettore.  I candidati fanno a gara per assicurare il proprio impegno nel garantire il raggiungimento di quelle priorità che ciascun cittadino sente come irrinunciabili per “l’oggi e subito” della propria vita. E così, di volta in volta, le urne premiano chi assicura un milione di nuovi posti di lavoro o chi garantisce un reddito o chi promette di innalzare muri sui confini marittimi, terrestri ed aerei per impedire le annunciate invasioni di milioni di disperati…A risultare vincente è la capacità di dimostrarsi più arrabbiati ed indignati degli altri e di soddisfare l’immediato raggiungimento dell’interesse personale. Si attiva, però, inevitabilmente un meccanismo perverso: l’asticella delle promesse va alzata sempre più in alto perché sempre maggiori diventano le esigenze e le pretese dell’elettorato. Se a questa situazione di umoralità aggiungiamo una legge elettorale che pare nata apposta per garantire l’ingovernabilità non dobbiamo sorprenderci dinanzi allo spostamento di masse di voti in poco tempo da una formazione all’altra ma nemmeno dell’aumento esponenziale di coloro che non varcano la soglia del seggio.Forse non sarebbe male per tutti (candidati, eletti ed elettori) ripartire da una virtù che non dovrebbe mai mancare nel bagaglio non solo di ogni credente ma anche di ogni cittadino: la profezia.La profezia della sentinella di cui parla Isaia che veglia durante la notte – quando gli altri dormono – e sa quando arriva l’aurora. “Sentinella, quanto resta della notte?”