La carica dei 1090

Domenica 11 giugno anche gli elettori di 6 comuni compresi nel territorio dell’Arcidiocesi saranno chiamati alle urne per rinnovare i consigli comunali ed eleggere i propri sindaci.Un primo elemento da tenere presente è senz’altro l’importanza che il voto assume in un sistema democratico. Sempre. L’aumento dell’astensionismo anche nelle consultazioni amministrative – numericamente esponenziale negli ultimi anni – certamente è sintomo dell’aumentata disaffezione verso la politica da parte dei cittadini: non ritorniamo sulle cause di tali atteggiamenti ma certamente la cosiddetta “casta” – vecchia o nuova che sia – non ha fatto molto per modificare il giudizio degli elettori  varando, per di più, un sistema di voto “blindato” nelle consultazioni politiche che pochissimo spazio assegna alla volontà popolare. Quella che però è una motivazione non può mai trasformarsi in giustificazione.Non andare a votare significa, innanzitutto, demandare ad altri scelte che inevitabilmente avranno conseguenze anche sulla nostra vita: lamentarsene, a posteriori, non ha alcun senso.C’è poi il dubbio su come e chi votare, cercando di raccapezzarsi nella folla (per rimanere ai comuni dell’arcidiocesi) dei 27 concorrenti alla fascia tricolore di primo cittadino e dei 1090 che aspirano a sedere nei consigli. Numeri di un coinvolgimento che di per sé già dovrebbe garantire prospettive diverse per le nostre città anche se, temiamo,  l’impegno per il bene comune di molti di questi candidati si concluderà la sera di lunedì 12 giugno, quando verranno resi noti i risultati.Il suggerimento, apparentemente semplice ma mai scontato, è quello di guardare non all’oggi ma al domani e al dopodomani. Sarebbe importante che ogni elettore, prima di ritirare la scheda, si chiedesse come vorrebbe la propria Cervignano, Duino-Aurisina, Cormons, Gorizia, Sagrado, San Canzian d’Isonzo fra cinque o dieci anni. E sulla base di questa prospettiva esprimere il proprio voto a favore di quel candidato o di quella lista i cui programmi meglio sono in grado di rendere concreto quello che è oggi solamente un sogno. In fondo si tratta di esercitare anche in questo caso un serio discernimento, ricorrendo magari anche un po’ a quella capacità profetica che ad ogni credente non dovrebbe mancare mai.Buon voto!