Una grande assente: la gratitudine

Le cronache di queste settimane hanno registrato alcune decisioni e controproposte a proposito del futuro della scuola materna di via Roma a Monfalcone. Aperta dal cuore di don Pietro Fanin e con la collaborazione delle religiose della famiglia delle Suore della Provvidenza, la scuola ha subito numerose trasformazioni e vissuto non poche difficoltà come istituzione benefica, scuola paritaria In ogni caso profondamente legata alla vita e alla storia dei monfalconesi e della città. Dai tempi epici del suo inizio ai vari cambiamenti, ultimo dei quali potrebbe essere ormai in dirittura di arrivo.I decenni si moltiplicano e, anche per l’ultima fase, dopo l’abbandono delle religiose, alla fine del secolo scorso, non sono poche le persone che meritavano un riconoscimento ed una gratitudine. In primo luogo per l’opera educativa svolta, poi per la organizzazione e il sostegno morale ed economico, oltre che per le iniziative promosse al fine di assicurare un servizio alle famiglie e alla comunità. Quest’ultima – e l’Amministrazione comunale conosce i  termini – ha risparmiato, non avendo avuto l’onere di aprire un’altra scuola  per rispondere alla domanda di centinaia di famiglie nel corso degli anni. Un risparmio notevole.Un grazie andava espresso – davanti al momento di crisi seria – ai donatori e, prima fra tutti, alla parrocchia del Duomo che si era assunta il compito di succedere alle religiose. Del resto l’asilo è stato sempre di Monfalcone e di tutta Monfalcone. La parrocchia di S.Ambrogio, in ogni caso e con i sacrifici che si possono facilmente capire, si è esposta gravemente con l’obiettivo reale di svolgere un servizio apprezzato ed apprezzabile in termini formativi e didattici.Stare dentro alla società e lavorare per il bene comune non esige riconoscenze particolari; è soprattutto una scelta ed un impegno. Esprimere riconoscenza, è espressione di animi sinceri e di persone libere che non pensano a come sfruttare la situazione o avanzare meriti per il futuro.Il nuovo anno porti consiglio e discernimento. A tutti. Chi è chiamato a provvedere non rinunci a credere nel valore della sussidiarietà e della corresponsabilità che non sono mai egualitarismo. Si impegni dentro ad una visione aperta della società che dell’accoglienza – prima ancora che della identità – fa una irrinunciabile caratteristica.Grazie.