Fogal refrigeration: mezzo secolo di attività

La Fogal refrigeration Srl di Ronchi dei Legionari, industria attiva nel campo della progettazione e produzione di banchi refrigerati, compie 50 anni. Lo fa con alle spalle una straordinaria storia di sviluppo. Si tratta di un’attività familiare dalla forte vocazione internazionale che commercializza i suoi prodotti in tutta Europa, con un export che raggiunge il 97% delle vendite. Attualmente si appresta ad entrare nel mercato russo ed è alla ricerca di nuovi mercati extraeuropei. Finanziariamente in perfetta salute, dal 2000 questa realtà ha più che raddoppiato il suo fatturato grazie alla sua capacità di unire tecnologia ed efficacia industriale a una tradizione artigianale e familiare. Il 2017, fino ad oggi, è stato addirittura un anno migliore dei precedenti. La Fogal refrigeration deve il suo successo al felice passaggio da azienda artigianale a industriale, percorso in cui ha saputo mantenere la qualità dei prodotti, soddisfacendo con prontezza le richieste nel mercato. Ciò che vende incarna la fusione delle competenze nel settore del mobile a quelle nel campo della refrigerazione, fattori che permettono di offrire alla clientela soluzioni personalizzate e su ordinazione, molto apprezzate all’estero. Nata nel 1967, l’impresa è partita da un’idea del monfalconese Alfredo Fogal, che con i suoi fratelli avviò quella che all’epoca era una piccola realtà. “Finite le scuole ho iniziato a lavorare alla Fincantieri come saldatore elettrico. Mi sono licenziato per fare qualcosa di più e nel 1967 ho aperto questa azienda, con un primo capannone di 750 metri quadrati. Tre anni dopo ci siamo allargati, con un altro capannone da 1500 metri quadri mentre nel 1987 abbiamo completato la facciata, gli uffici e parte dei magazzini. All’inizio lavoravamo per la Detroit nella produzione di mobili. Andò avanti  così fino al 1980, quando chiuse”- racconta l’imprenditore. “A quel punto abbiamo continuato con la costruzione di piccoli banchi frigo, i cosiddetti murali refrigerati, con l’aiuto di alcuni ex dipendenti della Detroit. Eravamo in 12, compreso io e i miei tre fratelli. Ora – conclude –  oltre a me e ai miei due figli, Anastasia e Pietro, abbiamo 44 dipendenti, più quanto riusciamo a generare nell’indotto. In cinquant’anni non abbiamo mai risentito di una crisi ma se non ci fossimo introdotti all’estero non saremo qui, con una clientela soddisfattissima”. L’azienda, inoltre, dal 2015 ad oggi ha investito più di un milione e mezzo di euro in macchinari e impianti di sviluppo e ricerca. E’ certificata in qualità, ambiente e sicurezza.