Dalla conservazione alla missione: presentato dal Decanato il nuovo libro della catechesi

All’iniziativa proposta dal decanati hanno aderito un bel gruppo di catechisti parrocchiali, pastorali che hanno potuto interloquire con don Giorgio Bezze, direttore dell’Ufficio catechistico della diocesi di Padova e già assistente nazionale dei giovani di Aziona cattolica italiana.L’intenzione del nuovo testo – originato dalla volontà dei vescovi di riorientare, a cinquanta anni dal Documento base della catechesi alla luce del Concilio ecumenico Vaticano II, il libro della catechesi tenendo conto appunto del nuovo contesto culturale e spirituale delle Chiese in Italia – sono tutte intese a leggere tali orientamenti come espressione del momento di trasformazione in corso tra fedeltà a tale documento ed all’azione dello Spirito Santo nella vita delle persone e delle comunità. Una fedeltà messa a dura prova soprattutto dallo Spirito di Dio che sicuramente ha camminato molto ed è il protagonista riconosciuto della vasta opera di catechesi in atto nei cinquanta anni che sono passati dalla chiusura del Concilio.L’intenzione di fondo – secondo il relatore – è stata quella di contribuire a far assumere alla catechesi un a “prospettiva missionaria”; in altre parole di assicurare al testo -nell’impostazione e nel linguaggio – l’esigenza non di rispondere a domande prefigurate, ma di avere la capacità di suscitare una domanda di senso, di ricerca, a partire proprio dalla persona del Signore Gesù. Una prospettiva che esige un cambio di mentalità, prima che di strumenti e linguaggio.Il Documento di base ha consentito -attraverso la pubblicazione dei testi e, soprattutto, attraverso il lavoro straordinari dei catechisti e delle catechiste- un vero e proprio traghettamento “da una catechesi della dottrina cristiana” ad una “catechesi per la vita cristiana”. Questo passaggio ha potuto avvenire grazie proprio alla mediazione di uomini e donne di fede. Assecondare tale cammino significa – in sintesi e parafrasando i quattro capitoli che costituiscono il cuore del libro – lavorare attivamente da parte di comunità e catechisti per passare da una pastorale del mantenimento aduna pastorale estroversa che chiede sia il primo annuncio, l’iniziazione cristiana. In atre parole si tratta di un rinnovato impegno di evangelizzazione, di dare vita al primo annuncio, di accompagnare e sostenere l’esperienza di fede delle persone e delle comunità.Protagonista della catechesi, è stato ribadito, è la comunità cristiana alla quale è affidato questo documento: una comunità che affida e si fa garante della catechesi; i catechisti, pertanto, sono chiamati a diventare – come esplicita il quarto capitolo – “narratori” dell’annuncio cristiano, testimoni con la vita e servitori del vangelo.”Incontriamo Gesù -che è il titolo della pubblicazione- diventa dunque un testo prezioso per ogni credente e per chi ha responsabilità pastorali nella chiesa, dal sacerdote ai componenti dei consigli pastorali ai catechisti. Nel corso del dibattito sono stati numerosi gli intervenuti che hanno evidenziato le difficoltà del fare oggi catechesi, ma anche le urgenze che stimolano le comunità cristiane a farsi carico di tale compito. In apertura dei lavori il decano ha ricordato i documenti conciliari che stanno alla base della fatica delle comunità di  essere responsabili della catechesi; ha evidenziato la centralità della comunità cristiana che, attraverso la sua conformazione parrocchiale, è appunto responsabile della catechesi; ha evidenziato l’urgenza dell’aggiornamento continuo non solo dei linguaggi ma anche del sentire e del crescere della comunione ecclesiale. La formazione che i catechisti guidano, unitamente ai loro sacerdoti uniti al vescovo, costituisce il dono ad una chiesa capace di corresponsabilità e di operatività.