BCC: fedeli ai principi fondanti

La BBC di cui Feruglio è Presidente gode di buona salute chiudendo il bilancio 2014 con oltre 1.800.000 euro di utile,un patrimonio netto di 88 milioni di euro,il 5,25 % di sofferenze sul totale impieghi che è di oltre 440 milioni euro,19 filiali e 120 dipendenti.

Le banche di credito cooperativo affondano le loro radici nel cattolicesimo sociale. Cosa resta di quella tradizione?Nel momento che noi rinunciassimo ai nostri principi fondanti, diventeremmo diversi, perderemmo la nostra specificità e con essa quel senso di umanità e vicinanza alla gente che ci è proprio. Se la logica del profitto dovesse prevalere ci troveremmo equiparati ad un sistema bancario totalizzante dove non c’è spazio per il piccolo, dove il piccolo non è solo la banca di vicinato, ma anche la clientela minore, quella che ti viene in Banca con fiducia, portando i suoi problemi quotidiani sapendo di essere ascoltata ed aiutata. E lo stesso vale per l’altro aspetto del sociale, quello di sostenere i giovani, il volontariato, l’associazionismo, lo sport nei vari paesi, perché queste realtà di base possano esistere.In un contesto in cui il sistema bancario sta attraversando una profonda ristrutturazione e sono in corso sempre maggiori processi di aggregazione quale ruolo per le piccole BCC?Le BCC sono un asse portante della società ed operano su un doppio livello, quello locale e quello di sistema di rete attraverso la Federazione Regionale e Federcasse a livello nazionale per la parte politica strategica, mentre per la parte industriale fa riferimento ad un contesto anch’esso nazionale, l’Iccrea Holding.In pratica siamo un grande e complesso organismo che garantisce alta professionalità, profonda conoscenza dei mercati, elaborazione di strategie di settore che poi si trasformano nel lavoro dei dirigenti e dipendenti nei singoli istituti i quali possano erogare servizi e prodotti in una logica di economia di scala.Anche il Credito Cooperativo sta pensando ad una riorganizzazione; non sarebbe il caso di riflettere anche se è ancora sostenibile la frammentazione delle piccole BCC dell’area giuliana? Staranzano, Turriaco, Doberdò, Savogna, Lucinico, Carso… Non sono troppe per riuscire a reggere un mercato sempre più difficile?Siamo più che attrezzati a confrontarci con il mercato ed i suoi cambiamenti. Credo che la solidità del nostro sistema piramidale abbia messo in sicurezza più volte i nostri clienti da investimenti sbagliati, come le cronache di questi anni di fallimenti azionari e di collocamenti troppo a rischio hanno purtroppo dimostrato a tutto svantaggio delle fasce di investitori più deboli.Certo, nel mondo d’oggi, si deve sempre più ragionare in termini di sinergia, razionalizzazione ed efficienza, ma sono passaggi strutturali, non trasformazioni sostanziali.La nostra BCC ha un leadership conquistata in tutta la sua centenaria storia.Una centralità che le potrebbe permettere di essere una capofila nel caso che le scelte strategiche a livello nazionale possano modificare i profili oggi esistenti. Però è anche elemento di forza che dall’interno del nostro universo di BCC si stia pensando ad una riorganizzazione autonoma del Credito Cooperativo per anticipare le mosse della politica che sono quelle più temute perché percorrono fini diversi dai nostri con mentalità diverse dalle nostre.Voi vi siete uniti cinque anni fa con la BCC di Villesse quale il bilancio di questa esperienza?Positiva al massimo. Villesse ci ha portato valore aggiunt o sia attraverso i collaboratori che in termini di soci, di investimenti e capitale gestito, sia per la presenza nel nostro Consiglio d’amministrazione di persone animate da sincera passione e di un forte senso di appartenenza. Potrei dire che Villesse ci ha fatto sentire ancora Cassa Rurale e Artigiana.La BCC per il sociale… qualcuno si lamenta che fate poco e che in fondo siete come le altre banche…Io non direi proprio, perché la BCC di Staranzano Villesse si identifica con il territorio, lo conosce bene, molto bene nei suoi problemi e necessità. D’altra parte quanto più siamo cresciuti, abbiamo diciannove sportelli su tre province della regione, tanto più si sono moltiplicati i richiedenti del nostro aiuto o contributo.È ovvio che non possiamo soddisfare tutti coloro che vengono a bussare da noi. Cerchiamo di accontentare il più possibile; anche quest’anno prevediamo sostanziosi interventi e il bilancio 2014 approvato in questi giorni parla di erogazioni oltre 380.000 euro di cui hanno beneficiato società sportive, associazioni ricreative, onlus, parrocchie, enti sociali e di assistenza, le scuole. È importante che per qualcuno che si lamenta, ci sia la gran massa grata della nostra generosità.Come hanno accolto i triestini la Banca di Staranzano? Forse sarebbe il momento, vista la vostra diffusione in tutta l’area giuliana di dare anche alla vostra ragione sociale un nome che meglio rappresenti questa realtà?Tutto a tempo debito. Non facciamo fughe in avanti e poi il nome è come l’abito che non fa il monaco. Quello che dobbiamo diffondere è il servizio, la professionalità, la sicurezza che sono le nostre prerogative.Trieste ci ha accolti bene, anche perché è storicamente portata ad affezionarsi a istituti cittadini, come era per la gloriosa Cassa di Risparmio di Trieste. Noi dobbiamo riempire quel vuoto e lo stiamo facendo con ottimi risultati e la gente sta comprendendo che BCC di Staranzano e Villesse non corrisponde ad una realtà paesana, ma è espressione di un efficiente sistema nazionale. Lo dicevo agli inizi: abbiamo la fortuna di essere globali per i servizi bancari che eroghiamo e locali per l’attenzione che riserviamo alle nostre comunità, sarà nostra cura trovare un nome adeguato che rappresenti tutto il nostro territorio.