Un grande impegno di discernimento

Con una liturgia eucaristica nella chiesa di Sant’Ignazio ed una tavola rotonda nella Sala del ’700 della stessa parrocchia, le Acli provinciali hanno celebrato il 70° della propria attività. Pubblichiamo i passi centrali dell’omelia dell’arcivescovo carlo durante la concelebrazione eucaristica.

(…) La prospettiva del regno di Dio, lo sguardo di fede che si spinge oltre i confini del mondo di quaggiù, non porta quindi al disimpegno, ma a una darsi da fare consapevole che qui dobbiamo lavorare più per seminare che per raccogliere giustizia, pace, diritti, riconciliazione, libertà, ecc. Il Signore, però ci dà spesso la grazia e – questa sì – la consolazione di vedere già nell’inverno del mondo di oggi delle gemme e talvolta dei fiori e persino dei frutti di quello che sarà il suo Regno.Il Vangelo ci offre, infine, una preziosa indicazione nelle parole del Battista che, riprendendo il messaggio profetico, invita a una reale conversione personale.Senza di essa non è possibile un impegno evangelico nel mondo. Ovviamente, come ricordavo prima, l’aspetto spirituale non va inteso come fuga, ma come fondamento di questo impegno. Un fondamento necessario per ogni cristiano, ma soprattutto per chi ha come proprio carisma, per così dire, uno sbilanciamento sul mondo. Si può essere sbilanciati in avanti solo se i piedi sono bene piantati e il corpo resta in equilibrio. Fuor di metafora, ci si può impegnare come cristiani nel mondo del lavoro, del sociale, della cultura, della politica, ecc. solo se ogni giorno – ogni giorno e non solo alla domenica o qualche volta – c’è spazio per la preghiera, per l’ascolto della Parola di Dio, per la riflessione, per la verifica sulla propria vita e sulle proprie scelte. Questo non vale solo per i singoli cristiani, ma anche per i cristiani che si impegnano insieme nella realtà del mondo. Senza questo radicamento è facile la deriva nell’impegno solo orizzontale, diventando un soggetto politico e ideologico tra i tanti – e questa era le tentazione di decenni fa -, o un soggetto sociale solo di natura assistenziale o di promozione del tempo libero dimenticando la scelta prioritaria per il lavoro, la pace e la giustizia  – e questa è la deriva possibile oggi (papa Francesco dice che la Chiesa non deve essere una ong; io mi permetto di aggiungere che non deve essere neppure solo una “pro loco”).    L’impegno nel mondo oggi non è per niente facile: è più difficile di 70 anni fa, quando sono state fondate da noi le ACLI – e oggi ringraziamo il Signore per il cammino di questi anni – e anche più degli anni del Concilio. Oggi tutto si è reso complicato, frammentato, liquido, disorientato. Occorre quindi un grande impegno di discernimento personale e comune con riferimento alla Parola di Dio e anche alle indicazioni della Chiesa, non lasciando soli i pastori della Chiesa nello sforzo di comprendere la realtà, di capire ciò che giusto e, nel caso, di pronunciarsi con precise indicazioni e decidere specifiche azioni, ma lavorando insieme con generosità e – perché no? – anche con gioia affinché già oggi i semi del Regno di Dio siano presenti nel mondo, nella concretezza della nostra realtà. E l’augurio che rivolgo in particolare a tutti coloro che sono impegnati nelle ACLI della nostra diocesi.