Padre Spartaco Galante, indimenticabile educatore di giovani

Giovedì 25 maggio a Padova presso la Casa della Immacolata Concezione è spirato padre Spartaco Galante. La notizia ha subito raggiunto anche Gorizia dove in diversi periodi e per lungo tempo aveva svolto la sua missione di assistente spirituale ed educatore sia dei giovani che delle coppie in formazione e poi sposate.La sua scelta della Compagnia di Gesù avvenne a vent’anni. Lasciò affettuosamente la ragazza e si separò dagli amici una sera, ai quali alla domanda dove vai, rispose ridendo “a farmi prete”. Nativo di Este, era arrivato come maestro a Gorizia nel 1956, dopo padre Marsegaglia e seguito poi da padre Camolese e padre Vanzan. Indimenticabile educatore di giovani, diventato sacerdote ritornò a Gorizia e vi rimase per diversi anni vivendo momenti importanti come la costituzione della consulta giovanile cittadina nella quale venne portato avanti il progetto “uomini come noi” nel percorso proposto dall’Abbè Pierre. L’idea era nata in una riunione della San Vincenzo e proposta nella consulta giovanile cittadina venne accettata e sviluppata con entusiasmo. Senza saperlo era stato dato un piccolo contributo all’impulso e all’impegno della Diocesi goriziana in Africa realizzatosi poi con il progetto di sostegno ai lebbrosi sulla strada tracciata da Raoul Faullereau.Visse l’entusiasmo per il Centro giovanile e per le attività sportive dell’Ardita, in collaborazione fattiva di diverse figure come Peternel, Protto, Carone, Moruzzi, Gubana e Bensa, Fait e Tuzzi e molti altri. Lo sport in quegli anni fu realmente uno strumento di formazione e di educazione. Visse anche gli anni della lacerazione politica, conseguente alla contestazione per la costruzione della palestra. Furono anni non facili eppure fu proprio il suo insegnamento e la sua traccia, assieme a quella di altri confratelli a mantenere i fili dei contatti fra tutti. Seguiva tutti ed erano puntuali ed affettuose le sue telefonate per i compleanni o per gli anniversari di matrimonio, per le gioie o per i dolori della vita.Trasferito a Padova continuò nella sua vocazione ricoprendo il ruolo di direttore del Collegio Universitario dei Gesuiti all’Antonianum e nel mondo sportivo del Petrarca di Padova. Negli ultimi anni la patologia non gli permetteva più di camminare eppure era sempre attivo e presente ricoprendo l’incarico di padre spirituale della Fondazione dell’Opera dell’Immacolata Concezione di Padova. Seguendo la sua vocazione, impegnato fino alla fine, è rimasto sempre un assistente ed una guida spirituale per tutti, un amico, un punto fermo a cui rivolgersi. Da tutti viene ricordato come una figura positiva con una grande disponibilità. Apprezzato ed amato per la sua grande carica di umanità, di accoglienza, di ascolto ed attenzione, di saggezza e di bontà. Ha lasciato un forte segno ed una testimonianza in tutti coloro che lo hanno conosciuto.