Villesse: quella pietra della vecchia chiesa…

Una pietra che componeva il portale della vecchia chiesa dedicata a san Rocco, come quella attuale, con sopra impresse alcune lettere ed una data, 1675, anno iubilei, in cui la vecchia chiesa venne allungata al termine di una serie di lavori. “Anno di un giubileo della Chiesa universale – scrive il professor Tassin – , è il 1675, indetto da un Papa – Clemente X  – pur vecchio, anche sull’onda delle preoccupazioni per il giansenismo, dottrina che minava la libertà del l’uomo: lo dava predestinato alla salvezza o alla dannazione. Abbiamo dunque le grandezze di un giubileo a Roma, fra il barocco trionfante, e il giubileo fin a Villesse, in un angolo di terra di confronti e incontri, perché ad ogni cristiano era rivolto l’invito a rinnovarsi, e sul portale abbiamo, nell’arte locale, gli elementi del classicismo e del barocco… Questa parrocchiale di San Rocco è la seconda a portarne il nome; la prima pare fosse sorta fra il 1570 e il 1593. C’è una bella conferma nell’affresco cinquecentesco – poetico e parlante – poco lontano, nella ancona su casa Portelli. Con la Madonna, San Rocco (senza cane) e San Sebastiano; il protagonista è Rocco, indicato dallo stesso Gesù Bambino in un muto dialogo con il Santo. E la chiesa, nel cuore di un paese che, nei secoli, si era fisicamente allontanato dalla antichissima chiesa di San Michele, era dedicata ai Santi Rocco e Sebastiano. La visita pastorale di Francesco Barbaro (1593), coadiutore del patriarca di Aquileia Giovanni Grimani, più che descrivere, segnala, come al solito, ciò che non va”. La pietra del portale, quando la chiesa cessò la sua funzione nella prima metà dell’Ottocento, finì per essere dimenticata e buona solamente per diventare parte di una muraglia innalzata in quei tempi accanto alla chiesa. “Crollata la muraglia – ha ricordato il professor Ferruccio Tassin nella sua relazione storica – si sono recuperate quelle pietre, che continuano a parlare, ma solo per pochi, anzi per pochissimi. E i “Blaudins”, di Villesse, associazione di ricerca storica e promozione culturale, le hanno trattate come si deve, con rispetto  e con un’impresa che ha ridato loro voce, di un racconto fatto di gente, santi la Madonna e in capo a tutto Cristo che salva”. Questo per dire che “I Blaudins” hanno recuperato quella vecchia pietra e le hanno ridato la dignità storica e religiosa che le appartengono, riconsegnandola alla vista e alla vita della comunità villessina.Lo hanno fatto sistemandola nel porticato che fiancheggia il campanile, al termine di una cerimonia seguita da molti cittadini, compreso monsignor Adelchi Cabass, vicario generale della Diocesi di Gorizia, giunto nel suo paese natio per seguire la cerimonia di riconsegna della pietra. Cerimonia che è stata introdotta da Moreno Weffort, presidente de “I Blaudins”, mentre  il professor Tassin, come detto, ha ripercorso la storia che ha coinvolto questo pezzo di portale, sottolineando pure il valore dell’iniziativa con cui “I Blaudins” hanno voluto conservare un oggetto che appartiene al paese e alla sua storia.